Caviglia bloccata: cause e rimedi
Una caviglia bloccata può costituire un problema in molte attività di vita quotidiana. In particolare, una buona mobilità di caviglia è davvero determinante per la corretta riuscita di movimenti complessi come il cammino, la corsa, il salto e l’accovacciamento (Squat). Spesso possiamo trovarci di fronte a una riduzione di mobilità di questa importante articolazione, alterazione che è bene saper prima comprendere per poi porvi rimedio (molte volte conseguente a una distorsione alla caviglia passata). Come mai alcune persone camminano sulle punte? Perché quando faccio Squat non riesco a tenere a terra i talloni? Cerchiamo di dare una risposta a queste celebri domande analizzando cause e contromisure in presenza di una caviglia rigida.
Sintomi caviglia bloccata
Iniziamo a dire, sinteticamente, che la caviglia è un’articolazione a un grado di libertà ossia capace di compiere una sola coppia di movimenti: dorsiflessione e plantiflessione. Nella fattispecie, tra i due, il movimento che più in assoluto va incontro a limitazione è la cosiddetta dorsiflessione, ovvero l’avvicinamento del dorso del piede alla tibia. È questo, infatti, un movimento di fondamentale importanza per la buona riuscita, tra gli altri, di un passo normale durante il cammino e di uno Squat corretto con i talloni al suolo.
Nel primo caso, durante tutta la fase di appoggio del piede al terreno, la caviglia è chiamata a dorsiflettersi per favorire l’avanzamento della tibia sul piede. In caso di mancanza di mobilità in questo senso si osserverà il classico compenso determinato da un distacco precoce del tallone (il soggetto sembrerà camminare sulle punte, quasi saltellando) oppure alterazioni più fini e meno evidenti come un’iperestensione di ginocchio o un’eccessiva dorsiflessione delle articolazioni più distali del piede (articolazioni tarsali).
Nel secondo caso invece, durante la fase di discesa dello Squat, per un’adeguata gestione del baricentro e per mantenere i talloni attaccati al suolo sarà richiesta anche qui una fisiologica mobilità della caviglia in dorsiflessione (le ginocchia vanno leggermente in avanti raggiungendo o superando di poco la punta dei piedi). In caso di riduzione di mobilità si potrà osservare un’incapacità a mantenere i talloni al suolo nell’atto di scendere (è importante assicurarsi prima che il compenso non sia semplicemente un problema coordinativo).
Ho la caviglia bloccata: le possibili cause
Per essere certi della presenza di una caviglia rigida in dorsiflessione dobbiamo conoscere a quanto ammonta l’escursione fisiologica del movimento. Vista la presenza di muscoli bi-articolari a livello del polpaccio (il gastrocnemio muove anche il ginocchio) possiamo dire che:
- è considerata normale una dorsiflessione di almeno 20° a ginocchio flesso. Per intenderci, posizionandoci con la punta del piede a 8/10 cm dal muro, dobbiamo essere in grado di toccare il muro stesso col ginocchio senza staccare il tallone dal suolo (Lunge Test);
- è considerata normale una dorsiflessione di almeno 10° a ginocchio esteso. L’escursione a ginocchio esteso è limitata fisiologicamente dalla tensione maggiore del gastrocnemio bi-articolare.
Quindi, una volta appurata la presenza di una caviglia eccessivamente rigida in dorsiflessione, con una riduzione di articolarità conclamata associata ad alterazioni di schemi motori come il passo e lo Squat, è importante chiarire quali possono essere le cause di una tale problematica in vista di una loro possibile risoluzione. Queste possono essere suddivise in due tipologie dalla natura differente:
- cause articolari, risultanti in una riduzione del fisiologico movimento accessorio tra la tibia e l’astragalo (l’osso sotto la tibia e sopra il calcagno) dovute a rigidità capsulari e legamentose;
- cause muscolari, risultanti in una retrazione dei muscoli soleo, gastrocnemio e del tendine di Achille.
Per andare a porre rimedio alla caviglia bloccata dobbiamo quindi necessariamente capire a quali strutture è imputabile la rigidità: cause articolari o muscolari? Premettendo che spesso è presente una somma di cause, vediamo in pochi punti come capire dove sta il problema.
- Il colpevole è il tendine di Achille o il gastrocnemio se la dorsiflessione è minore di 10° a ginocchio esteso ma supera invece i 10° col ginocchio flesso.
- Il muscolo soleo è il colpevole se, indipendentemente se il ginocchio è teso o piegato, la dorsiflessione si presenta minore di 10° e il movimento accessorio tra la tibia e l’astragalo è di ampiezza normale.
- Il colpevole è la rigidità articolare se, indipendentemente se il ginocchio è teso o piegato, la dorsiflessione si presenta minore di 10° e il movimento accessorio tra tibia e astragalo è di ampiezza limitata.
Una volta che si è compresa la natura della limitazione, anche con l’aiuto di un fisioterapista, si potrà procedere a un piano di esercizi mirati a risolvere la causa primaria.
Caviglia bloccata, cosa fare
In funzione delle cause individuate ecco le possibili contromisure da attuare per la caviglia bloccata.
- In caso di limitazione della dorsiflessione per ragioni articolari, è consigliata una mobilizzazione del movimento accessorio tibio-tarsico antero-posteriore e/o postero-anteriore. A tal proposito è fondamentale il contributo di un fisioterapista e della sua sensibilità nel cogliere limitazioni e nel mobilizzare con la giusta intensità.
- In caso di limitazione della dorsiflessione dovuta a una retrazione del muscolo soleo, possono essere eseguiti esercizi di stretching in affondo appoggiati a un muro, o stando in piedi sul bordo di un gradino lasciando scendere il tallone. La cosa importante è eseguire questi esercizi a ginocchio flesso.
- In caso di limitazione della dorsiflessione dovuta a una retrazione del muscolo gastrocnemio, possono essere eseguiti esercizi di stretching in affondo appoggiati a un muro, o stando in piedi sul bordo di un gradino lasciando scendere il tallone. La cosa importante è eseguire questi esercizi a ginocchio esteso.
La risoluzione della caviglia bloccata in dorsiflessione, come sempre, passa dallo studio attento delle cause per impostare un trattamento basato su esercizi e tecniche mirate e specifiche per la persona.