Colon irritabile: cosa sapere e cosa fare
La sindrome dell’intestino irritabile (Irritable Bowel Syndrome o IBS) o sindrome del colon irritabile, è una sindrome molto frequente dell’intestino caratterizzata dall’assenza di lesioni anatomiche specifiche.
La prevalenza mondiale della sindrome dell’intestino irritabile è rimasta praticamente invariata negli ultimi 30 anni, e risulta in media intorno al 10%. L’incidenza è stimata attorno a 2-70/1000 pazienti l’anno. In generale vi è un rapporto fra donne e uomini compreso tra 2:1 e 3:1 e un’età media fra i 20 e i 40 anni. Questa differenza ha peraltro fatto ipotizzare il coinvolgimento di fattori ormonali; tuttavia ad oggi non c’è nessuna evidenza che sia così.
Colon irritabile sintomi
La sindrome del colon irritabile si manifesta nella maggior parte dei casi con dolore addominale o crampi dovuti ad alterazioni motorie funzionali del colon. Ciò succede fondamentalmente per via del colon infiammato (vedi l’articolo sull’infiammazione intestinale).
Il dolore addominale può seguire il pasto ed essere alleviato o risolto con l’evacuazione di feci o gas. La diarrea ha un numero di scariche variabili con feci di consistenza ridotta, che possono essere accompagnate o meno da dolore addominale. Un altro dei sintomi frequenti è il meteorismo, dovuto principalmente ad alterazioni dell’equilibrio dei microrganismi che vivono nel nostro intestino, e quindi a disbiosi. Ogni mese che passa la medicina approfondisce e studia il nostro microbiota, ovvero il rapporto che intercorre tra i batteri dell’apparato digerente (ma non solo) e la nostra salute.
Colon irritabile rimedi
Innanzitutto è importante identificare cosa è, sostanzialmente, la sindrome dell’intestino irritabile dal punto di vista medico e diagnostico.
La sindrome del colon irritabile non è, in realtà, una vera e propria diagnosi, perché non abbiamo un preciso iter che ci consenta di identificare una specifica condizione in una patologia ben precisa. In genere si parla di colon infiammato o di intestino irritabile per raccogliere in un’unica espressione tutti quei sintomi gastrointestinali che non possono essere spiegati da altre patologie del tratto digerente. In parole povere, la patologia, tecnicamente, non esiste, o non la conosciamo, ma esistono i sintomi e le condizioni di disagio di circa il 10% della popolazione mondiale.
Pertanto, i criteri diagnostici sono rappresentati semplicemente dal dolore addominale ricorrente per almeno tre giorni al mese negli ultimi tre mesi, in associazione a due o più dei seguenti sintomi:
- miglioramento del dolore con l’evacuazione;
- inizio del dolore associato ad una modificazione della frequenza delle evacuazioni;
- inizio del dolore associato ad una modificazione dell’aspetto delle feci.
Il meteorismo intestinale non rappresenta un criterio diagnostico, nonostante le persone con colon irritabile presentano spesso questo sintomo.
La diagnosi è, dunque, essenzialmente clinica, basata sull’anamnesi accurata (nella maggior parte dei casi i sintomi sono presenti da molti anni e in occasione di stress emotivi e fisici c’è una loro esacerbazione) e sulla normalità della visita medica e di eventuali esami strumentali o di laboratorio.
Una volta fatta diagnosi di sindrome dell’intestino irritabile si presenta la questione più complessa: come curare il colon irritabile.
Dieta per chi soffre di colon irritabile
L’approccio dietetico e il corretto stile di vita rappresentano, attualmente, il migliore intervento terapeutico per i pazienti affetti da sindrome dell’intestino irritabile. Il miglior modo di approcciare il problema è indagare sulle proprie abitudini dietetiche, possibilmente prendendo in considerazione l’ipotesi di utilizzare un diario alimentare che tenga conto non solo di una valutazione quantitativa (la quantità dei cibi consumati) ma anche qualitativa (fonti, qualità dei cibi) degli alimenti assunti, oltre che della relazione temporale con i sintomi. In genere esistono due tipi di pazienti con colon irritabile, le persone:
- con sintomi lievi o poco frequenti, i cibi che possono esacerbare i sintomi come ad esempio il lattosio, i cibi grassi, l’alcol, i dolcificanti e, tra i legumi, soprattutto i fagioli, dovrebbero essere ridotti o eliminati dall’alimentazione al fine di tenere la sintomatologia sotto controllo.
- con sintomi moderati che si presentano in modo intermittente dovrebbero annotarne in un diario la frequenza, la durata e la gravità insieme a eventuali fattori scatenanti. Queste informazioni sono importanti per suggerire ipotetici cambiamenti comportamentali.
Solo sotto stretto monitoraggio, e se il dolore risulta essere predominante, possono essere utilizzati farmaci per ridurre la motilità intestinale, quali anticolinergici o antispastici. Ci sono diversi farmaci che spesso sono utilizzati in associazione con un’alimentazione più idonea, come ansiolitici e antidepressivi, tuttavia si tratta di terapie farmacologiche che prima di proporre dovrebbero essere ben ponderate.
Colon irritabile cosa non mangiare
In condizioni di colon infiammato, particolare attenzione dovrebbe essere posta nella valutazione del contenuto calorico degli alimenti (anche la quantità conta, e non solo il tipo di alimenti assunti), il consumo di grassi, di fibre alimentari e l’assunzione di specifiche sostanze che si identificano con il nome di FODMAP (ad esempio lattosio, sorbitolo, fruttosio).
In particolare quando nella sindrome del colon irritabile i sintomi sono in relazione temporale con l’assunzione di cibo, l’eliminazione degli alimenti principali produttori di gas intestinali e che quindi possono provocare meteorismo, può migliorare la sintomatologia generale.
In genere, quindi, si procede utilizzando la cosiddetta dieta a basso contenuto di FODMAP, riducendo o eliminando tutti quei cibi particolarmente ricchi di questi particolari zuccheri (quindi legumi, latticini e alimenti che contengono lattosio, alimenti industriali e alcuni frutti, per l’alto contenuto di fruttosio). Attenzione che la dieta FODMAP non è una semplice dieta ad eliminazione ma segue un protocollo più o meno rigido che prevede poi la reintroduzione, dopo un certo arco di tempo, degli alimenti eliminati. Non è consigliato eliminare per sempre tutti i cibi che contengono FODMAP, innanzitutto perché così facendo si riduce la varietà della dieta e si promuove invece la monotonia alimentare, in secondo luogo perché c’è un sostanzioso corpus di ricerca che documenta effetti benefici, soprattutto a medio-lungo termine, dei FODMAP e degli alimenti che li contengono (ad esempio i legumi).
Purtroppo non esiste una vera e propria dieta per chi soffre di colon irritabile, perché ogni soggetto può tollerare diversamente i vari tipi di alimenti. È per questo importante per ognuno sperimentare quali cibi creano più problemi e quali sono maggiormente tollerati, cercando di costruire così nel tempo, con l’aiuto di un nutrizionista, una dieta comunque bilanciata ed equilibrata basata su alimenti che non esacerbano la sintomatologia ma che compensano, in maniera da garantire un buono stato nutrizionale, i cibi eliminati perché poco tollerati dall’individuo.
TABELLA ALIMENTI A RISCHIO PER IL COLON IRRITABILE
Fruttani | Fruttosio | Lattosio e
galattosio |
Polioli | Galattani |
---|---|---|---|---|
Grano | Zucchero da cucina | Latte | Mele | Fagioli |
Segale | Miele | Yogurt | Albicocche | Lenticchie |
Orzo | Mele | Ricotta | Avocado | Ceci |
Cipolla | Pere | Burro | Susine | Piselli |
Aglio | Anguria | Panna | Prugne | Legumi in generale |
Topinanbur | Uvetta | Gelato | More | |
Porro | Uva | Mascarpone | Broccoli | |
Inulina | Sciroppo di mais | Formaggi freschi | Funghi | |
Oligofruttosio | Mango | Latte in polvere | Dolcificanti |
A questa tabella si potrebbe aggiungere la famiglia dei broccoli e dei cavoli, per maggiori dettagli ti invitiamo a leggere la dieta FODMAP (di prossima pubblicazione).
Colon irritabile cosa mangiare
Dopo aver detto quali alimenti, generalmente, si consiglia di valutare, ridurre o eliminare, vediamo invece se ci sono consigli generali su alimenti e nutrienti che, invece, devono essere assunti per migliorare la situazione.
Particolare attenzione meritano le fibre alimentari: le fibre idrosolubili, trattenendo acqua e formando materiale viscoso, rendono le feci più morbide, voluminose e lubrificate. Pazienti con sindrome dell’intestino irritabile a prevalente presenza di stipsi traggono beneficio dall’assunzione di fibra, la cui quantità va aumentata però gradualmente e gradatamente, aumentando il consumo di verdura e frutta (quest’ultima, in alcuni casi, per l’alto contenuto di FODMAP, potrebbe avere effetti controproducenti).
Purtroppo, però, il trattamento con le fibre non è sempre valido e non funziona su tutti i sintomi. Nel 2004 Biijkerk et al hanno pubblicato un paper scientifico in cui furono confrontati diversi tipi di fibre sul miglioramento di vari sintomi associati al colon infiammato: dolore addominale, costipazione, meteorismo e miglioramento globale dei sintomi. Nelle conclusioni i ricercatori indicano che le fibre solubili e fibre insolubili hanno effetti differenti sul trattamento della sintomatologia nella sindrome dell’intestino irritabile. Assumere un buon introito di fibre sembra essere benefico, ma solo per alcuni sintomi (sintomatologia globale e costipazione), mentre non aiuta il dolore addominale (anzi, in alcuni pazienti crea un peggioramento).
Ad ogni modo, come linea guida generale, si ritiene quasi sempre accettabile un’assunzione di circa 30 grammi di fibre al giorno (quota indicativa da personalizzare poi sul singolo soggetto).
Un altro alimento che in letteratura scientifica è stato ben studiato per il trattamento dietetico della sindrome del colon irritabile è l’olio essenziale di menta, che sembrerebbe agire sulla muscolatura liscia e che riduce la contrattilità e il dolore addominale nella maggior parte dei pazienti. Questo effetto pare permanere anche dopo la sospensione della terapia. Dunque, benché debbano essere fatti ulteriori studi, un buon tentativo per i soggetti che soffrono di dolore addominale è l’assunzione di olio essenziale di menta.
Purtroppo oltre queste indicazioni non ci sono rimedi naturali che possono garantire un miglioramento della sintomatologia in chi soffre di colon infiammato, per cui non ci sono alimenti che possono eventualmente sostituire gli effetti di alcuni farmaci che anche vengono utilizzati, in alcuni casi, nel trattamento (anticolinergici-antispastici, procinetici e antidepressivi).
Alcune persone ricorrono all’omeopatia e in alcuni casi asseriscono anche di sentirsi meglio. Ciò non stupisce più di tanto visto che la sindrome del colon irritabile è anche una patologia che si può definire psicosomatica, e questo significa che molto spesso il dolore e il disagio non è dovuto a difetti nel tratto intestinale, piuttosto è dovuto a fattori psicologici. In questo, l’effetto placebo di qualsiasi terapia, così come il ricorso a vere e proprie sedute psicologiche, può aiutare più di qualsiasi altro metodo.
Colon irritabile e mal di schiena
Alcune persone che soffrono di colon irritabile riferiscono una correlazione col loro mal di schiena. Probabilmente stipsi, meteorismo e crampi addominali possono coinvolgere tutta la zona lombare portando a lombalgie. Non ci sono reali linee guida su come comportarsi in questi casi. Evitare di stare seduti e fermi sul posto, eseguire esercizi di mobilizzazione del rachide e della zona addominale, possono aiutare la colonna a preservare le sue curve fisiologiche e la sua salute.
Anche se il colon irritabile può essere associato a mal di schiena, testa, gambe, ecc. i rimedi sono da ricercare principalmente nell’alimentazione (ed eventualmente nello stress), prima di focalizzarsi su elementi che possono essere forse complementari .
Articolo del Dott. Daniele Esposito, autore di Project Diet.