Come correggere il piede pronato
Il piede pronato è un disturbo famoso in chi soffre di piede piatto ed è spesso difficile da inquadrare, in virtù del fatto che questa condizione può in alcuni casi nascere come compenso in risposta a problematiche a monte a livello delle articolazioni dell’arto inferiore: caviglia, ginocchio e anca. Ma cosa significa piede pronato? Come riconoscere il piede pronato? Come spesso accade la conoscenza approfondita della materia può fornire interessanti spunti pratici per affrontare il disturbo e per impostare un piano di trattamento davvero efficace. Scopriamo insieme come affrontare il piede pronato nella pratica.
Cosa significa piede pronato
Tecnicamente un piede pronato si riconosce osservando l’appoggio sul terreno in piedi. Il piede in questa condizione presenta particolari caratteristiche in visione posteriore che possiamo qui velocemente riassumere:
- calcagno spostato in fuori (piede valgo);
- arco plantare più basso;
- avampiede più in fuori rispetto al retropiede (abduzione);
- avampiede più largo.
Anche le altre articolazioni della gamba potranno ritrovarsi in un cattivo allineamento che predispone alla pronazione del piede. In particolare:
- l’anca si potrebbe trovare in rotazione interna;
- il ginocchio potrebbe essere valgo;
- la tibia potrebbe ritrovarsi in torsione mediale.
Fate molta attenzione a valutare bene le cause che contribuiscono al male allineamento del piede non focalizzandoci solo ed esclusivamente su questa regione anatomica ma considerando l’arto inferiore in tutto il suo insieme. Il piede pronato è, infatti, spesso un compenso di iper-flessibilità in risposta a disfunzioni di altre zone.
Piede valgo pronato: conseguenze
Arriviamo ai sintomi possibili del piede valgo pronato. Essenzialmente il piede pronato può fare male per un danno ai tessuti molli dovuto a eccessivo stiramento, a sovraccarico protratto nel tempo o a compressione. Chi ha un piede pronato potrebbe sviluppare un dolore in carico al calcagno, alla tibia, dietro al malleolo mediale a livello della caviglia (possibile interessamento del nervo tibiale con associati formicolii) o a livello dei metatarsi durante il cammino.
Chi ha un piede valgo presenterà alterazioni tipiche durante il cammino e la corsa. L’appoggio sarà maggiormente distribuito sulla parte mediale del piede, in iperpronazione, con l’anca che spesso ruota internamente e con il polpaccio che non spingerà in maniera adeguata. L’arco plantare si presenterà costantemente ridotto ed estremamente flessibile.
Comprendere la reale fonte del dolore e la causa scatenante è da sempre la sfida principale da vincere e si può fare solo se si esegue un’attenta analisi dell’allineamento statico e dinamico del piede, un’osservazione del cammino e dei gesti funzionali dolorosi e una valutazione articolare e muscolare di tutto l’arto inferiore.
Piede pronato, esercizi
Cosa fare dunque per correggere il piede pronato? L’intervento, una volta appurate le cause primarie del problema, si baserà essenzialmente su cinque punti fondamentali.
- Rieducazione al cammino con la correzione volontaria delle alterazioni rilevate la cui attuazione porta a una riduzione dei sintomi o a una loro consistente diminuzione. Spesso chi ha il piede pronato non spinge correttamente col polpaccio, ha un appoggio alterato per via della rotazione interna dell’anca e non tocca il suolo di tallone durante il passo. La correzione di queste disfunzioni attraverso la contrazione volontaria di polpacci e glutei potrà iniziare a diminuire i sintomi nell’immediato.
- Rinforzo dei muscoli deboli come polpacci, rotatori esterni dell’anca, glutei e muscoli della volta plantare (intrinseci del piede). Gli esercizi quindi consisteranno in:
- sollevamenti in punta di piedi o saltelli su un piede solo per il rinforzo dei polpacci (soleo e gastrocnemio);
- rotazioni esterne dell’anca da seduto con elastico e abduzioni associate a extrarotazioni sul fianco in progressione di difficoltà;
- accartocciare un asciugamano posto a terra con le dita del piede aumentando la volta plantare senza utilizzare le articolazioni delle dita dei piedi (il movimento deve avvenire a livello delle articolazioni metatarso-falangee).
- Aumento della mobilità in dorsiflessone. In caso il muscolo gastrocnemio sia rilevato eccessivamente corto, si eseguiranno esercizi di allungamento passivo per questo muscolo come per esempio un affondo al muro o uno stretching su gradino sempre a ginocchio esteso. In caso di limitato movimento accessorio tra tibia e astragalo sarà importante ripristinare la corretta mobilità con una mobilizzazione manuale settoriale.
- Il rientro all’attività fisica dovrà essere graduale, tenendo conto della sintomatologia, e dovrà partire solo dopo la risoluzione della fase acuta nella quale si potrà trarre beneficio dal riposo e dall’eliminazione delle attività e degli stress tissutali. Per chi fa sport, è meglio inserire inizialmente cammino e corsa lineare in piano aumentando la difficoltà lavorando prima sulla distanza percorso e solo successivamente sulla velocità di corsa. Cambi di direzione e corsa in salita dovranno essere inserite solo nella fase finale del percorso riabilitativo.
Scarpe per piede pronato
Un ultimo appunto è bene farlo sulle calzature e sull’eventuale utilizzo di ortesi e taping. Le scarpe antipronazione consigliate sono generalmente quelle con una parte posteriore e una mediale più rigida in modo tale da stabilizzare il piede durante il cammino correggendone i difetti. Inoltre la suola dovrà essere flessibile solo a livello della piega dei metatarsi e non prima. Sono sconsigliate scarpe con suole troppo flessibili che si piegano eccessivamente.
Per l’utilizzo di un plantare è bene fare qualche precisazione. Questo deve essere più che mai personalizzato rispetto al problema specifico e dovrà essere preso in considerazione in caso di fallimento dei punti precedentemente illustrati, in caso di alterazioni strutturali marcate e di frequenti recidive. L’utilizzo di un taping è invece consigliato per correggere il piede pronato dove serve, per ridurre i sintomi e favorire un lavoro di riequilibrio con una sintomatologia ridotta.