Dieta alcalina: cosa mangiare e come funziona
Non può mancare nella lista delle diete anche quella che permette di cambiare l’acidità dell’organismo: la dieta alcalina nasce proprio per questo.
La dieta alcalina si propone di migliorare la salute grazie alla sua aziona alcalinizzante che riduce l’acidità. A questo proposito, però, come scoprirai nell’articolo ci sono non pochi falsi presupposti alla base di questa dieta.
Che cos’è la dieta alcalina?
La dieta alcalina (o alcalinizzante) è sempre più popolare: sembrerebbe che gli alimenti, a seconda della loro acidità o basicità possano influenzare la salute del corpo, in primis il metabolismo dell’osso, causando o prevenendo l’osteoporosi. “Sembrerebbe” a parte, nessuno studio con forte valenza scientifica ha mai dimostrato che questa dieta abbia effettivi benefici grazie al controllo dell’acidità.
Infatti, l’alimentazione non può variare l’acidità o la basicità dell’organismo: la più o meno marcata acidità così come la temperatura corporea o la glicemia è un meccanismo regolato in modo automatico dall’organismo. Se in acuto e in fisiologia l’acidità corporea subisce una (minima) alterazione, il corpo è programmato per ripristinare i livelli ottimali in modo da non inficiare sulla sua funzionalità, dato che questo sistema è altamente regolato: è difficile uscire dai range fisiologici.
Questa dieta, ad ogni modo, suggerisce di consumare cibi alcalini (non acidi) in modo da non acidificare l’organismo, in particolar modo le cellule, le urine o il sangue. In realtà, la condizione di acidosi avviene solo in contesti patologici, ad esempio negli stadi più avanzati del diabete.
Come funziona e a cosa serve la dieta alcalina?
Non si può parlare di dieta alcalina senza parlare di pH, anche se non è scopo di questo articolo spiegare l’equilibrio acido base perché è davvero un argomento molto articolato. Il pH è il parametro con cui viene misurata la più o meno acidità: ad un pH basso corrisponde una maggior acidità, mentre ad un pH alto corrisponde una maggior alcalinità (o basicità).
Una dieta alcalina NON cambia il pH sistemico, se non minimamente; anzi, così minimamente che il cambiamento è più piccolo dell’errore di misurazione possibile. Una dieta alcalina, altera semplicemente il pH urinario – il che è normale, anzi, banale, visto che ciò significa semplicemente che il rene compie il suo lavoro.
Nei soggetti sani, infatti, ci sono dei sistemi tampone che hanno la funzione di ristabilire sempre il pH ottimale per l’organismo: anche cambiamenti molto minimi potrebbero rivelarsi deleteri per la funzionalità cellulare.
Controindicazioni della dieta alcalina
La controindicazione principale della dieta alcalina è la stessa di molte altre diete che eliminano determinate categorie di alimenti: il rischio di carenze nutrizionali. Togliere certi alimenti dalla dieta da una parte può essere una strategia utile (ad esempio per mangiare di meno quando vuoi perdere peso), ma dall’altra non ti fa assumere tutti i nutrienti come invece fa una dieta varia ed equilibrata.
In questo caso, con l’esclusione degli alimenti di origine animale, vengono meno le proteine ad alto valore biologico e la vitamina B12. Con un po’ di attenzione è comunque possibile trovare un’alternativa alle proteine animali, ad esempio incrementando la quota proteica che viene ricavata dai vegetali.
Il vero rischio della dieta alcalina è la dieta in sé: è proposta come metodo che funziona per guarire da alcune patologie (come l’osteoporosi o il cancro) grazie all’influenza sul pH, quando in realtà non è così per quanto affermato precedentemente.
Inoltre, così come a livello patologico esiste l’acidosi, c’è anche il suo opposto: l’alcalosi. Anche per quest’ultima valgono gli stessi principi, perciò una dieta ricca di alimenti alcalini non è in grado di portare ad alcalosi.
Cosa mangiare nella dieta alcalina
La dieta alcalina propone il consumo di cibi alcalinizzanti come verdure, frutta, legumi, frutta secca. Sono esclusi quelli che hanno un pH più basso (quindi più acidi) come carne, pesce, latticini.
Sostanzialmente per molti aspetti si riconduce ad un’alimentazione di tipo vegetariano anche se con un motivo di fondo differente: è una dieta povera di proteine animali e ricca di fonti vegetali.
Cibi consentiti | Cibi da evitare |
---|---|
Verdure | Carne |
Frutta fresca | Pesce |
Legumi | Latte e latticini |
Frutta secca | Alcolici, bevande gassate |
Esempio di dieta alcalina
Per capire meglio cosa puoi inserire nella tua alimentazione una volta deciso di aderire alla dieta alcalina, qui trovi alcuni esempi. Non sono indicate le quantità, perché ognuno ha esigenze diverse e sarebbe fuorviante fornire delle dosi uguali per tutti.
Colazione
- Frutta fresca
- Centrifugato di verdure
- Una manciata di frutta secca
- Tè con miele
- Spremuta
Pranzo e cena
- Insalatona di verdure miste
- Miglio con zucchine e contorno di verdure crude
- Minestra di legumi
- Quinoa con ceci e verdure
- Passata di patate e carote
Dieta alcalina e osteoporosi
Affermare che la dieta abbia un ruolo importante in tutti gli aspetti della vita dell’individuo è scontato e il metabolismo dell’osso non fa eccezione. Sfortunatamente è sempre più facile imbattersi, più o meno ovunque, in informazioni non del tutto corrette. Considera, inoltre, che nell’ambiente del fitness e dell’alimentazione la componente “marketing” è piuttosto pervasiva e non sempre ricavata da evidenza scientifiche di buona qualità
Una dieta iperproteica “cura” l’osteoporosi? In realtà, sebbene vi siano sono studi epidemiologici che individuerebbero una certa correlazione positiva tra massa ossea e intake proteico, questo aspetto va contestualizzato (ricorda: correlation doesn’t imply causation!).
L’osteoporosi primaria (quindi postemenopausale-senile) è una malattia tendenzialmente dell’anziano. Tale popolazione è esposta, ad esempio, ad un elevato rischio di sarcopenia e malnutrizione (interessante è, a questo proposito, la cosiddetta “obesità sarcopenica”).
Una dieta con un buon contenuto proteico è un fattore protettivo nei confronti di tale problematica e tendenzialmente si accompagna anche ad un decente apporto calorico. Prevenire la sarcopenia permette di mantenere dei migliori livelli di funzionalità muscloscheletrica che a loro volta sono protettivi nei confronti dell’osso, così come un introito calorico adeguato. Va da sé che il nesso causa-effetto non è così automatico, come spesso accade in medicina.
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Co-autore: dott. Angelo Fassio.
Lavora presso il reparto di reumatologia a Verona. Centro studi e punto di riferimento per l’osteoporosi.