Lombalgia ed allenamento in palestra; binomio possibile?
Tralasciando casistiche particolari quali il classico colpo della strega o lombalgie premestruali ed altro, a livello mondiale, circa il 40 % delle persone sperimenta la lombalgia ad un certo punto della vita, con stime che arrivano all’80% negli individui appartenenti al mondo sviluppato (Joseph C. Segen, Concise Dictionary of Modern Medicine, New York, McGraw-Hill, 2006).
Facendo un po di chiarezza, sono riscontrabili due grandi sotto famiglie di lombalgie facilmente riconoscibili negli avventori delle sale attrezzi; lombalgia da iperlordosi (aumento della fisiologica curva lombare, foto 1),
e lombalgia da rettificazione del tratto lombare (perdita completa della fisiologica lordosi con a volte, tendenza all’inversione di curva, foto 2).
Associate a queste due grandi famiglie, non è raro riscontrare dalle piccole protusioni fino alle ernie, antiversione del bacino nella prima, retroversione nella seconda, discopatie ecc..
Il consiglio del medico inevitabilmente, anteponendo la salute del paziente alle proprie velleità estetiche, è quello di concentrare la propria attività fisica su qualcosa di meno traumatico del classico allenamento con sovraccarichi, come ad esempio il nuoto… e come biasimarlo dato che spesso, troviamo nelle palestre personale preparato meno dell’allievo… ma da questo consiglio, scaturisce anche la “depressione” del body builder di vecchia data o del semplice principiante che abbia come obiettivo del proprio allenamento l’ipertrofia muscolare.
Detto questo, sottolineando che ogni caso faccia storia a se e che di seguito vedremo solo alcune linee guida generiche, la risposta alla domanda del titolo è “assolutamente SI !!” ; è un binomio possibilissimo, purché si sappia come affrontare la situazione.
Partiamo dalla lombalgia da iperlordosi; quali muscoli ne sono coinvolti?? Sicuramente tutta la muscolatura paravertebrale in genere; i quadrati dei lombi e ileopsoas. Andrebbero evitati esercizi in iper estensione del rachide quali stacchi da terra, hyperextension, e particolare attenzione alle varianti della lat machine, dove si tende a “buttarsi” indietro per portare giù l’asta… andrebbe potenziata la muscolatura addominale; antagonista dei quadrati dei lombi e che favorirebbe una retroversione del bacino (S.B. Brotzman: CLINICAL ORTHOPAEDIC REHABILITATION – Excerpta Medica Italia Srl).
Discorso diverso per la rettificazione; gli addominali in teoria sono già in accorciamento; andrebbe rafforzata la muscolatura paravertebrale e moderatamente tutti i muscoli che riporterebbero il bacino in antiversione (retto femorale, quadrati dei lombi…) ed in linea generale, dato che una rettificazione porta spesso ad una disidratazione discale, andrebbe evitata qualsiasi compressione del rachide.
Discorso a parte per entrambe riguardo lo squat; squat si o no?? Certo che si: nell’immaginario collettivo lo squat viene praticato con un bel bilanciere caricato all’eccesso con dischi enormi… lasciamo questa casistica a chi “mastica” body building ad alti livelli, esistono tante varianti dello squat; ma tutte devono necessariamente essere accompagnate da una più che corretta esecuzione! Una soluzione tra tante è quella di accompagnare uno squat libero senza carico, ad altri esercizi per le gambe dove si lavora in maggior sicurezza (affondi, leg extention…), meglio conservare sempre una buona tecnica piuttosto che tralasciare lo squat (o affondi!) per poi far confrontare l’allievo di nuovo con l’esercizio e magari ricominciare da capo con la tecnica…
In ultimo, un buon defaticamento preferibilmente camminando; esistono evidenze scientifiche sui benefici della camminata riguardo la riduzione del dolore lombare, da non trascurare un buon allungamento finale settoriale a seconda della casistica.
Note sull’autore
Dino Caprara Laureato in Scienze Motorie , perfezionamento in chinesiologia, chinesiologia rieducativa e master in scienze podologiche e riabilitative. Diploma in osteopatia.
Indirizzo Mail: dino.caprara@gmail.com