Miochine: che cosa sono e che funzione svolgono?
“Fare sport fa bene”, “il medico mi ha detto di iniziare a muovermi di più”, “mia mamma è anziana e si muove poco, il dottore dice che deve sforzarsi di camminare ogni giorno” sono frasi che si sentono dire spesso. Evidentemente fare attività fisica serve. Che tu sollevi pesanti bilancieri 5 volte a settimana, faccia chilometri in bici nei weekend o vada semplicemente a camminare qualche chilometro al giorno ti fa e farà stare bene. Perché? Quando ti muovi il muscolo si contrae e rilascia molecole che influenzano in modo positivo il tuo organismo: le miochine.
Che cosa sono le miochine?
Le miochine sono proteine che hanno tutti, ma sono più presenti in chi pratica attività fisica regolare, di qualsiasi tipo. Quindi, se già ti muovi abbastanza continua a farlo, se non lo fai, puoi sempre iniziare. Infatti, queste molecole sono secrete quando il tuo muscolo si contrae in risposta allo svolgimento di attività fisica.
La loro produzione dipende da molti fattori come la:
- genetica;
- età;
- sesso;
- tipo di esercizio fisico svolto;
- la sua durata;
- la sua intensità;
- la tua massa muscolare.
La cellula muscolare rilascia queste molecole nel sangue, che le trasporta verso altri organi e tessuti. Le miochine arrivano all’organo-bersaglio e influenzano la sua attività portando, nel lungo periodo, a benefici.
Miochine: quali sono e che funzioni hanno?
Le miochine sono numerose (300-400 molecole differenti) e molte sono ancora da identificare. Proprio a causa della loro numerosità, è difficile fare un discorso omogeneo per descriverne la funzione: ogni miochina ha determinate caratteristiche e quindi uno specifico organo bersaglio su cui esercita una particolare funzione.
Per semplificare il discorso, possiamo suddividerle in due grandi categorie:
- da una parte ci sono le miochine che agiscono sul muscolo (attività autocrina o paracrina) e che ne regolano la crescita;
- dall’altra le miochine che agiscono su altri distretti del nostro organismo (attività endocrina), come tessuto adiposo, ossa, fegato e pancreas, sistema nervoso centrale, cuore.
La crescita muscolare in risposta all’allenamento grazie alle miochine
Regolare la crescita muscolare è la principale azione che svolgono le miochine a livello del muscolo: favoriscono la proliferazione delle sue cellule e inibiscono un’eccessiva crescita delle fibre muscolari, chiamata iperplasia: una condizione patologica in cui la crescita è incontrollata, situazione che ben si allontana dall’ipertrofia ricercata nelle palestre.
Fare esercizi contro resistenza, esercizi eccentrici e corsa in discesa, in linea generale, inducono di più la produzione di queste miochine.
Il fattore di crescita insulino-simile 1 (IGF1) aiuta la crescita del muscolo scheletrico grazie ad una specifica serie di reazioni che avvengono nella cellula. Con l’invecchiamento questo meccanismo è alterato e non funziona più come prima: questo spiega perché da anziani il muscolo perde gran parte (non del tutto!) la capacità di rigenerarsi e perchè, quindi, si perde muscolo e forza.
Se IGF1 promuove la crescita, la miostatina, invece, la inibisce: se non ci fosse questa molecola il muscolo potrebbe (potenzialmente) crescere senza limiti e sfociare quindi nella iperplasia, pericolosa per l’organismo. Per fortuna questa molecola c’è e permette che la crescita non sia incontrollata, a meno che non ci siano difetti genetici nella sua struttura e/o regolazione dell’attività.
Un’altra miochina coinvolta è l’interleuchina 6 (IL6): interviene sia nello sviluppo del muscolo sia nel suo deperimento. IL6 è prodotta quando esegui un’attività fisica prolungata e porta ad un aumento della sintesi proteica e alla nascita di nuove cellule muscolari (porta quindi a ipertrofia), anche perché a causa di un allenamento intenso il muscolo risulta danneggiato e IL6 risulta fondamentale per la sua rigenerazione.
Miochine e dimagrimento: il rapporto con il tessuto adiposo
A livello del grasso corporeo ci sono più molecole che permettono di bruciare i grassi, direttamente o indirettamente. Tra queste troviamo di nuovo IL6 e la somatotropina, che interviene soprattutto alla fine dell’allenamento per regolare la disponibilità di acidi grassi.
Anche l’irisina agisce per diminuire le cellule del grasso, ma prima di analizzare la sua azione bisogna distinguere tra grasso bianco e grasso bruno. Il grasso bianco è una fonte di energia, infatti contiene gli acidi grassi, quelli che vogliamo eliminare per perdere peso, avere una migliore composizione corporea ed essere più magri. Il grasso bruno, invece, sempre grasso è, ma disperde energia sotto forma di calore. L’irisina ha il compito di trasformare il grasso bianco in grasso bruno (in una parola in inglese: browning).
Miochine e sistema nervoso centrale
Alcune miochine influenzano il sistema nervoso centrale, ma sono poche e selezionate perché è un tessuto delicato e che non deve essere assolutamente danneggiato: solo le molecole con determinate caratteristiche entrano in contatto con i neuroni, tra queste ci sono l’irisina, IGF e il lattato.
Nei neuroni c’è un fattore – il fattore di crescita neurotrofico (BDNF) – che permette la sopravvivenza della cellula nervosa e il suo collegamento con altre cellule nervose, azione che si traduce in sviluppo delle funzioni cognitive (come l’apprendimento, la memoria e la motivazione) e una maggior attività cerebrale.
Irisina e IGF permettono che BDNF sia attivo, quindi indirettamente sono le responsabili, insieme ad altri fattori, dello sviluppo cerebrale e del mantenimento della sua attività. Il lattato invece, insieme a un altro fattore (il fattore di crescita endoteliale), favorisce l’arrivo di sangue a livello nervoso.
A questo livello gli esercizi contro resistenza sono più indicati rispetto a quelli di endurance per ottenere miglioramenti.
L’esercizio fisico è uno dei pochissimi stimoli conosciuti in grado di stimolare la genesi di nuovi neuroni, oltre a favorire l’aumento delle dimensioni del cervello e il numero delle connessioni al suo interno. Ricordati che i miglioramenti ottenuti nella struttura nervosa si rispecchiano nel miglioramento della sua funzionalità.
Irisina: salute cardiaca e ossea
Sempre l’irisina interviene anche a livello del cuore: questa miochina va ad agire a livello nel nervo vago, responsabile della regolazione della frequenza del battito cardiaco. L’influenza dell’irisina sul nervo vago porta ad una diminuzione della frequenza del battito del cuore: infatti, chi pratica attività fisica di solito ha una frequenza cardiaca più bassa.
Per quanto riguarda le ossa, con l’avanzare dell’età è comune avere l’osteoporosi: una malattia che rende più fragile la struttura dell’osso. L’attività fisica – soprattutto quella contro resistenze – aiuta, perché l’irisina è in grado di contrastare questo indebolimento: un allenamento con i pesi costante e protratto nel tempo è ottimo per contrastare il deterioramento del tessuto osseo (utile per le donne che con la menopausa vanno incontro a una rapida diminuzione di questo tessuto). Infatti, si rileva un incremento della densità dei minerali presenti nell’osso e del numero delle cellule che costruiscono l’osso (osteoblasti).
Miochine e controllo glicemico
La miochina che aiuta di più il controllo della quantità di zuccheri nel sangue (glicemia) e quindi il loro metabolismo è IL6. Da una parte IL6 agisce sul fegato, dove permette il rilascio di zuccheri (glucosio) mentre fai attività fisica, per permetterti di mantenere le fonti energetiche durante lo sforzo. Dall’altra, contribuisce a livello del pancreas a rilasciare insulina, l’ormone che fa entrare il glucosio nelle cellule.
Allenamento, prevenzione e salute
In un contesto generale, che non considera la risposta soggettiva e protocolli di allenamento specifici, sia gli allenamenti di forza che quelli di resistenza apportano benefici:
- All’individuo sano che può mantenere il proprio stato di salute e prevenire alcune malattie;
- All’individuo malato che può migliorare la situazione in cui si trova e rallentare il decorso della patologia.
Ad esempio, le malattie metaboliche (alterazione del metabolismo glucidico o lipidico, obesità, diabete) possono essere prevenute o migliorate grazie all’irisina, che aiuta il mantenimento del glucosio nel sangue e la sua captazione da parte del muscolo. In particolare, il controllo glicemico degli individui con diabete di tipo 2 giova della combinazione di allenamenti di resistenza e di forza.
Sempre dalla combinazione di queste due tipologie di allenamento, l’attività sportiva aiuta la prevenzione di malattie neurodegenerative, come morbo di Alzheimer e Parkinson, e di altri disturbi nervosi, come depressione, epilessia, ictus. Questo perché le miochine impediscono il deterioramento nervoso che progredisce naturalmente con l’invecchiamento.
Il deterioramento del sistema muscolo-scheletrico si presenta progressivamente con l’invecchiamento, soprattutto a causa del suo disuso. Nel 58% dei casi la sarcopenia è accompagnata da osteoporosi; per ridurle è opportuno praticare allenamenti di forza. Quando non è possibile l’allenamento, ad esempio per persone anziane o invalide, ma comunque è importante limitare questo deterioramento, la ricerca viene in aiuto: l’irisina è testata come futuro farmaco da somministrare in circolo per mimare gli effetti dell’attività fisica (anche se non svolta) nell’organismo.
Per migliorare i problemi a livello cardiocircolatorio, invece, meglio fare allenamenti di resistenza.
Conclusioni sulle miochine
Fare attività fisica è importante e adesso che conosci le miochine lo è ancora di più: l’allenamento, proprio perché permette la produzione di miochine, risulta il miglior trattamento non farmacologico per la prevenzione di molte malattie e per stare in salute il più possibile.
Nota sull’autore
Dott.ssa Lucia Ienco
Laureata in Biotecnologie presso l’università di Trieste e studentessa magistrale in Scienze dell’alimentazione presso l’università di Firenze. Certificata ISSA CFT3 ed esordiente di weightlifting a livello agonistico.
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