Muscoli della schiena: quali sono e come funzionano?

muscoli schiena anatomia e funzioni

I muscoli della schiena ricoprono interamente la parte posteriore del tronco e sono costituiti essenzialmente da uno strato più profondo, uno strato intermedio e uno strato superficiale. In questo articolo analizziamo sinteticamente anatomia e le funzioni di questi muscoli, che possono essere poi oggetto di esercizi (non solo in palestra) per alleviare il mal di schiena (vedi: allenare i muscoli della schiena oppure esercizi mal di schiena).

Muscoli della schiena superficiali e intermedi: anatomia e funzioni

Muscoli schiena

Lo strato superficiale dei muscoli della schiena (definiti talvolta “muscoli estrinseci della schiena) è composto da muscoli in grado di influenzare marcatamente l’estetica del corpo e che sono maggiormente famosi anche tra gli appassionati di fitness e bodybuilding.

Il gran dorsale, il muscolo più esteso del nostro corpo che origina a livello del bacino, della fascia toracolombare, delle vertebre toraciche e dalle coste per inserirsi a livello della cresta del tubercolo minore. Svolge il ruolo di estensore, adduttore e intrarotatore della spalla, oltre che quello di estensore del tronco e antiversore del bacino.

gran dorsale

I romboidi (piccolo e grande), localizzati al centro della schiena, i quali si proiettano dal margine mediale della scapola fino alle vertebre cervicali basse e toraciche alte. Sono muscoli fondamentali per avvicinare le scapole alla colonna (svolgendo movimenti di “retrazione” e “rotazione caudale” della scapola) e sono anch’essi stimolati durante i movimenti di tirata, remata e di arrampicata come sinergici del gran dorsale.

romboidi

Il trapezio, formato da tre fasci: uno superiore, uno intermedio e uno inferiore, che ricopre la parte alta della schiena con un origine a livello della nuca, della cervicale e delle vertebre toraciche, per inserirsi poi sulla scapola e sulla clavicola. Esso agisce a livello scapolare e cervicale, estendendo quest’ultima e contribuendo in maniera determinante a muovere la scapola con elevazione e rotazione craniale (superiore), retrazione (medio) e depressione (inferiore).

trapezio

L’elevatore della scapola: è un muscolo che origina dai processi trasversi delle prime quattro vertebre cervicali e si inserisce a livello dell’angolo superiore della scapola. Alla luce delle sue inserzioni anatomiche sulle vertebre cervicali e sulla scapola, il muscolo elevatore della scapola possiede numerose funzioni: a livello della cervicale determina un movimento di rotazione omolaterale, di estensione e di inclinazione omolaterale. A livello scapolare, invece, determina un movimento di depressione, rotazione caudale e lieve retrazione. In particolare, l’elevatore della scapola è sinergico del trapezio per ciò che riguarda la retrazione, mentre è un suo antagonista per quanto concerne la rotazione scapolare.

Elevatore della scapola

Il dentato anteriore: è un muscolo appartenente al complesso della muscolatura scapolo-toracica. Originando con 9-10 digitazioni dalla prima fino alla nona costa, decorre anteriormente alla scapola, fino ad inserirsi lungo tutto il margine mediale della scapola stessa, dall’angolo superiore fino a quello inferiore. Vista l’estensione del ventre muscolare di cui è composto, possiamo suddividere il gran dentato in tre porzioni distinte che, in base all’orientamento delle proprie fibre, possiedono funzioni anatomiche differenti.

Nello specifico, le fibre che dalla prima e seconda costa si inseriscono sull’angolo superiore della scapola compongono la porzione superiore; le fibre che dalla seconda e terza costa giungono sul margine mediale puro formano la parte intermedia, ed infine le fibre che dalla quarta alla nona costa decorrono fino dall’angolo inferiore compongono la parte inferiore (che rappresenta la parte più forte e prominente di tutto il muscolo).

In virtù della sua localizzazione anatomica e della direzione delle fibre che lo compongono, possiamo asserire con certezza che il muscolo dentato, innervato dal nervo toracico lungo, ha la funzione di far aderire la scapola al torace. Tale funzione è svolta in sinergia con i muscoli romboidi e trapezio. Il gran dentato, inoltre, possiede importanti funzioni a livello scapolare:

    • Con la sua porzione superiore protrae la scapola;
    • Con la porzione intermedia protrae, tilta posteriormente e ruota cranialmente la scapola (la glena ruota verso l’alto);
    • Con la porzione inferiore protrae, tilta posteriormente e ruota cranialmente la scapola.

Sebbene muscoli come l’elevatore della scapola, il romboide e il dentato anteriore siano localizzati nella schiena, tecnicamente molti testi li classificano come appartenenti ai muscoli degli arti superiori.

Il quadrato dei lombi: è un muscolo localizzato dal bacino all’ultima costa e alla vertebre lombari, che ha la funzione di estendere e inclinare la colonna. Origina dalla cresta iliaca e si proietta superiormente per inserirsi a livello della 12ª costa e delle prime quattro vertebre lombari.

Vista la sua localizzazione, è un muscolo in grado di estendere il tratto lombare e giocare un ruolo fondamentale nella gestione dell’inclinazione laterale del tronco: questo infatti controlla tramite una contrazione eccentrica l’inclinazione controlaterale del busto, mentre contribuisce in maniera importante al ritorno alla posizione neutra tramite una contrazione concentrica.

quadrato dei lombi

I muscoli trapezio e gran dorsale rappresentano lo strato più superficiale tra quelli citati finora, seguiti poi dai più profondi muscoli romboidi ed elevatore della scapola. Il muscolo dentato anteriore è invece localizzato più lateralmente nel torace. L’attivazione bilaterale della maggior parte dei muscoli dello strato superficiale estende la regione adiacente del tronco, mentre l’attivazione unilaterale inclina lateralmente il tronco e, nella maggior parte dei casi, contribuisce alla rotazione di quest’ultimo.

Lo strato intermedio dei muscoli della schiena è invece composto dai muscoli dentato postero-superiore e dentato postero-inferiore. Questi si trovano in profondità rispetto ai muscoli romboidi e al muscolo gran dorsale. Sono muscoli sottili e contribuiscono poco al movimento e alla stabilità del tronco; la loro funzione è invece collegata in maggiore misura alla meccanica della respirazione.

Muscoli della schiena profondi: anatomia e funzioni

Lo strato profondo dei muscoli della schiena è composto dal gruppo muscolare degli erettori della colonna vertebrale, dai muscoli trasverso-spinali e dai muscoli segmentali brevi. Questi muscoli sono anche definiti “intrinseci” della schiena.

In generale, seguendo una direzione da superficiale profonda, le fibre dei muscoli dello strato profondo diventano progressivamente più brevi e più inclinate. I muscoli appartenenti al gruppo più superficiale dei muscoli erettori della colonna possono estendersi per l’intera lunghezza della colonna vertebrale, mentre i muscoli appartenenti al gruppo più profondo dei muscoli segmentali brevi attraversano solo una articolazione intervertebrale.

Gruppo dei muscoli erettori della colonna vertebrale:

I muscoli erettori della colonna vertebrale sono un gruppo esteso e poco definito di muscoli, i quali decorrono su entrambi i lati della colonna vertebrale, entro la larghezza di una mano dai processi spinosi vertebrali. Gli erettori della colonna sono costituiti rispettivamente, da laterale a mediale, dai muscoli ileo-costale, lunghissimo e spinale. Ogni muscolo è ulteriormente suddiviso topograficamente in tre regioni, per un totale di nove regioni muscolari identificabili. La maggior parte dei muscoli erettori della colonna ha un’inserzione comune grazie a un tendine comune ampio e spesso, situato nella regione dell’osso sacro.

I muscoli spinali comprendono il muscolo spinale del torace, il muscolo spinale del collo e il muscolo spinale del capo. In generale, questa piccola e spesso indistinta (o mancante) colonna di muscoli nasce dalla parte superiore del tendine comune. Da qui il muscolo risale inserendosi poi sui processi spinosi adiacenti della maggior parte delle vertebre toraciche o, nella regione cervicale, sul legamento nucale.

I muscoli lunghissimi comprendono il muscolo lunghissimo del torace, il lunghissimo del collo e il lunghissimo del capo. Come gruppo, questi muscoli formano la colonna più grande e sviluppata fra tutti gli erettori della colonna. Le fibre del muscolo lunghissimo del torace si aprono a ventaglio cranialmente al tendine comune, per poi inserirsi sull’estremità posteriore della maggior parte delle coste.

Il muscolo lunghissimo del collo decorre in direzione mediale e va ad inserirsi sul tubercolo posteriore dei processi trasversi delle vertebre cervicali. Il muscolo lunghissimo del capo, al contrario, decorre leggermente in direzione laterale e si inserisce sul margine posteriore del processo mastoideo dell’osso temporale. L’angolazione leggermente obliqua della porzione superiore del muscolo lunghissimo del capo e del collo suggerisce che questi muscoli siano in grado di assistere la rotazione omolaterale della regione cranio cervicale.

I muscoli ileocostali comprendono il muscolo ileocostale dei lombi, ileocostale del dorso e ileocostale del collo. Questo gruppo occupa la colonna più laterale dei muscoli erettori della colonna. Il muscolo ileocostale dei lombi origina dal tendine comune e si dirige verso l’alto e leggermente verso l’esterno per inserirsi lateralmente sugli angoli delle coste inferiori.

Il muscolo ileocostale del dorso invece decorre verticalmente per inserirsi lateralmente all’angolo delle coste intermedie e superiori. Da questo punto, il muscolo ileocostale del collo prosegue cranialmente per poi inserirsi sui processi trasversi delle vertebre della regione cervicale media, insieme al muscolo lunghissimo del collo.

Dal punto di vista topografico questo gruppo di muscoli è steso lungo tutta la colonna, e la conseguenza di ciò sta nel possedere una potenzialità di movimento ampia ma grossolana. Sono infatti muscoli che durante una contrazione bilaterale estendono il rachide in toto, lo stabilizzano durante un sollevamento e determinano a livello lombare un’estensione con un tilt anteriore del bacino e una conseguente aumento della lordosi lombare.

Tramite una contrazione unilaterale invece solo il muscolo ileocostale possiede un braccio di leva accettabile per determinare una inclinazione omolaterale del busto. La peculiarità di questi strati muscolari è quella che man mano che si scende in profondità e ci si avvicina le vertebre, gli strati muscolari divengono più brevi, più obliqui e meno estesi.

Gruppo dei muscoli trasverso-spinali:

Immediatamente al di sotto dei muscoli erettori della colonna è localizzato in gruppo dei muscoli trasverso-spinali, formato dai muscoli semispinali, multifido e rotatori. I muscoli semispinali sono situati superficialmente, il multifido è intermedio, mentre i muscoli rotatori sono situati in profondità. Il nome “trasverso-spinale” si riferisce alle inserzioni della maggior parte di questi muscoli, ossia dai processi trasversi di una vertebra ai processi spinosi della vertebra localizzata appena superiormente.

Con alcune eccezioni, queste inserzioni allineano la maggior parte delle fibre muscolari in direzione craniale e mediale. I muscoli all’interno di questo gruppo sono morfologicamente simili, variando principalmente in lunghezza e nel numero di articolazioni intervertebrali su cui ogni muscolo decorre.

I muscoli semispinali sono costituiti dal muscolo semispinale del torace, dal semispinale del collo e dal semispinale del capo. In generale, ogni muscolo attraversa da sei a otto articolazioni intervertebrali. Il muscolo semispinale del torace è costituito da molti fascicoli muscolari sottili, interconnessi da lunghi tendini. Le fibre muscolari di questo muscolo si estendono dei processi trasversi toracici fino ai processi spinosi toraco-cervicali.

Il muscolo semispinale del collo, molto più spesso e più sviluppato del semispinale del torace, si estende dai processi trasversi toracici superiori ai processi spinosi della cervicale media. Le fibre muscolari che si inseriscono sul processo spinoso prominente dell’epistrofeo, in particolare, sono ben sviluppate e agiscono come importanti stabilizzatori per i muscoli suboccipitali.

Il semispinale del capo si trova in profondità rispetto i muscoli splenio e trapezio. La parte più profonda del muscolo è costituita da fascicoli che decorrono cranialmente per inserirsi sui processi articolari delle vertebre medio-cervicali. I muscoli semispinali del collo e della testa sono i muscoli più grandi che attraversano la parte posteriore del collo, e le loro dimensioni e orientamento consentono loro di produrre una forte estensione della regione cranio-cervicale.

Il multifido è situato in profondità rispetto i muscoli semispinali, e si estende tra la parte posteriore dell’osso sacro e l’epistrofeo. Le componenti del multifido hanno origine dal processo trasverso di una vertebra e si inseriscono sul processo spinoso della una vertebra situata da due a quattro articolazioni intervertebrali più in basso.

Il muscolo multifilo a livello lombosacrale si presenta più spesso e maggiormente sviluppato rispetto alle restanti aree del rachide, e contribuisce a creare con la massa muscolare visibile palpabile facilmente nella zona paraspinale lombare. Le fibre di questo muscolo sono corte e spesse: un progetto architettonico che fornisce eccellente stabilità alla base della colonna vertebrale.

I muscoli rotatori sono i muscoli più profondi del gruppo dei muscoli trasverso-spinali. Come il muscolo multifido, i rotatori sono costituiti da una serie di singole fibre muscolari. Sebbene siano presenti lungo tutta la colonna vertebrale, sono più sviluppati nella regione toracica. Ogni fibra si inserisce tra il processo trasverso di una vertebra e la lamina (e processo spinoso) della vertebra localizzata una o due articolazioni intervertebrali più in alto. Per definizione, il muscolo rotatore breve si estende per un’articolazione intervertebrale mentre muscolo rotatore lungo si estende per due articolazioni intervertebrali.

In genere, i muscoli trasverso-spinali attraversano meno articolazioni intervertebrali rispetto al gruppo dei muscoli erettori della colonna: questa caratteristica suggerisce che, in generale, questi muscoli favoriscano lo scopo di generare movimenti controllati relativamente fini e stabilizzanti sulla colonna vertebrale.

Contraendosi bilateralmente, i muscoli trasverso-spinali estendono il rachide, amplificando inoltre la lordosi cervicale e lombare e diminuendo la cifosi toracica. I muscoli semispinale del collo e del capo sono estensori molto ben sviluppati della regione cranio-cervicale, mentre il muscolo multi fido è un importante estensore della regione lombare, rappresentando i due terzi della stabilità muscolare in questa regione.

Contraendosi unilateralmente, i muscoli trasverso-spinali inclinano lateralmente la colonna vertebrale, tuttavia il loro contributo a quest’azione è limitato a causa della loro vicinanza alla colonna vertebrale. I muscoli trasverso-spinali orientati più obliquamente partecipano alla rotazione controlaterale del rachide.

Gruppo dei muscoli segmentali brevi

Completano gli strati il gruppo dei muscoli segmentali brevi, che comprende i muscoli interspinali e i muscoli intertrasversari, posti in profondità rispetto al gruppo di muscoli trasverso-spinali. Il termine “segmentale breve” si riferisce alla lunghezza estremamente breve e all’organizzazione tipicamente segmentata dei muscoli. Ogni singolo muscolo intraspinale o intertrasversario attraversa una singola articolazione intervertebrale, collegando un processo spinoso vertebrale e il successivo nel primo caso, e un processo trasverso e il successivo nel secondo caso.

Questi muscoli sono maggiormente sviluppati nella regione cervicale, dove è cruciale il controllo preciso della testa e del collo. Ogni coppia di muscoli interspinali si trova ai lati del corrispondente legamento interspinoso, a cui spesso si unisce. I muscoli interspinali hanno una leva relativamente favorevole e una direzione delle fibre ottimale per produrre un movimento di estensione.

L’entità di questo movimento, tuttavia, è relativamente limitata, considerando le piccole dimensioni dei muscoli e quindi il basso potenziale di forza che questi possiedono. Ogni coppia destra e sinistra di muscoli intertrasversari si trova tra processi trasversi adiacenti, e la contrazione unilaterale di questi muscoli inclina lateralmente la colonna vertebrale.

La natura segmentata dei muscoli interspinali e intertrasversari è ideale per il controllo motorio fine della colonna vertebrale durante il movimento. Poiché questi muscoli uni-segmentali possiedono una densità relativamente alta di fusi muscolari, una loro peculiarità è quella di fornire a sistema nervoso una ricca fonte di feedback sensitivo-propriocettivo, specialmente nella regione cranio cervicale.

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Andrea Gargiulo

Inizio ad allenarmi e a frequentare il mondo della palestra dall'età di 14 anni, maturando nel tempo una passione sempre più grande per l’ambito del fitness e del corpo umano. Subito dopo la maturità scientifica mi iscrivo all’Università degli studi di Padova, in fisioterapia, laureandomi a pieni voti nel 2019. Durante gli studi cresce in me la passione per il mondo della riabilitazione, in particolare nell'ambito dei disordini muscolo-scheletrici, e della pratica basata sulle evidenze scientifiche. Attualmente lavoro a Mestre e sto frequentando vari corsi formativi e master post-universitari. Maggiori informazioni

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