Omero
L’omero è un osso del braccio pari che contribuisce a comporre la struttura anatomica dell’arto superiore. È un osso lungo che si estende tra la scapola e le ossa dell’avambraccio (radio e ulna). Vista la sua localizzazione (vedi l’immagine in alto) fornisce con le sue due estremità le superfici di contatto per due articolazioni distinte: la spalla e il gomito. L’omero ospita l’inserzione di numerosi muscoli che determinano i movimenti della spalla e del gomito. Analizziamo la morfologia dell’omero nello specifico, premessa fondamentale per comprenderne l’importanza per la funzionalità di tutto dell’arto superiore.
Anatomia dell’osso dell’omero
Per descrivere l’anatomia dobbiamo necessariamente comprendere dove si trova l’omero. L’omero è il più grosso osso del braccio che insieme a radio e ulna forma l’arto superiore e ne garantisce supporto per il movimento. L’omero è composto da un corpo e due estremità. L’estremità prossimale (o epifisi prossimale) è formata dalla testa dell’omero che è delimitata dal collo anatomico. La testa dell’omero è una semisfera che guarda verso l’alto e verso l’interno formando un angolo di circa 135° con l’asse dell’omero. Questa disposizione gli permette di articolarsi con la superficie articolare concava della scapola, la glena, andando a formare l’articolazione gleno-omerale. La testa dell’omero è caratterizzata da due protuberanze ossee, una laterale chiamata tubercolo maggiore, e una anteriore, chiamata tubercolo minore. Sotto queste due protuberanze ossee si estendono rispettivamente la cresta del tubercolo maggiore e la cresta del tubercolo minore, sede di inserzione di importanti muscoli come il gran pettorale e il gran dorsale. Tra queste strutture decorre il solco intertubercolare all’interno del quale decorre il tendine del capo lungo del bicipite brachiale. L’estremità prossimale dell’omero ospita altri importanti muscoli come quelli della cuffia dei rotatori tra cui sovraspinato, sottospinato e piccolo rotondo (inseriti sul tubercolo maggiore) e il sottoscapolare (inserito sul tubercolo minore).
Il corpo dell’omero (o diafisi) presenta lateralmente circa a metà della sua lunghezza la tuberosità deltoidea, sede di inserzione del muscolo deltoide. Il corpo presenta una faccia antero-mediale e una faccia antero-laterale. Sulla metà distale della faccia anteriore origina il muscolo brachiale. La faccia posteriore del corpo è caratterizzata dal solco del nervo radiale, entro il quale scorre in direzione obliqua il nervo radiale, che separa il punto di inserzione del capo mediale e laterale del muscolo tricipite brachiale. Infine, l’estremità distale dell’omero (o epifisi distale) è formata anteriormente dalla cosiddetta troclea omerale e dal condilo omerale. La troclea con la sua struttura peculiare con una gola centrale e la fossa coronoidea superiore si articola con un incastro perfetto con l’ulna in una delle tre articolazioni del gomito: la omero-ulnare. Medialmente alla troclea abbiamo l’epicondilo mediale (o epitroclea) sede di inserzione dei muscoli flessori del carpo e delle dita, e del muscolo pronatore rotondo. Un dolore a questo livello può nascere da una degenerazione/infiammazione di questi tendini chiamata epitrocleite (vedi la foto in basso).
Lateralmente alla troclea è presente il condilo omerale, una superficie sferica che si articola con la superficie articolare concava del radio a comporre la seconda articolazione del gomito: l’omero-radiale. Lateralmente al condilo abbiamo l’epicondilo laterale sede di inserzione dei muscoli estensori del carpo e delle dita, e del muscolo supinatore. Un dolore a questo livello può nascere da una degenerazione/infiammazione di questi tendini chiamata epicondilite. Superiormente all’epicondilo laterale abbiamo la cresta sovracondiloidea da dove origina il muscolo brachioradiale. La parte posteriore dell’estremità distale dell’omero è caratterizzata invece da una grossa fossa chiamata fossa olecranica che ospita l’olecrano dell’ulna, un processo osseo a becco che si incastra perfettamente durante l’estensione del gomito e che completa l’articolazione omero-ulnare.
Funzioni dell’osso del braccio
L’omero ha essenzialmente due funzioni principali: fornisce le superfici articolari di due articolazioni fondamentali dell’arto superiore come la spalla e il gomito, e si presta come punto di inserzione ossea di numerosi muscoli che muovono sia la spalla, sia il gomito. L’omero è quindi un crocevia strutturale fondamentale per il movimento di tutto l’arto superiore. Permette un supporto strutturale concorrendo alla lunghezza del braccio e permette ai muscoli che vi sono inseriti di eseguire le loro funzioni partendo da una base ossea solida. L’omero è quindi fondamentale durante la vita di tutti i giorni per esempio nell’afferrare oggetti davanti o sopra di noi, permettendo di esprimere il massimo del potenziale di movimento alle articolazioni che concorre a formare.
Frattura dell’omero
Le fratture dell’omero costituiscono il 50% di tutte le fratture scheletriche e possono essere suddivise in fratture dell’omero prossimali, fratture del corpo e fratture dell’omero distali.
- Le fratture prossimali dell’omero riguardano principalmente la popolazione anziana, soprattutto soggetti osteoporotici e con una prevalenza maggiore nelle donne. La frattura può essere causata anche da un minimo trauma o da un colpo laterale sulla spalla. Il dolore e il gonfiore caratterizzano la spalla e in particolare la regione del tubercolo maggiore. La diagnosi è effettuata tramite una radiografia. Una conseguenza più grave di questo tipo di frattura alla spalla è la lesione del nervo ascellare con conseguente paralisi del muscolo deltoide. Se la frattura dell’omero non è scomposta il trattamento spesso non prevede chirurgia ed è caratterizzato da un periodo di immobilizzazione con un tutore per frattura dell’omero.
- Le fratture del corpo dell’omero sono conseguenza di traumi laterali diretti nella porzione mediana dell’omero. Fratture a questo livello possono avere anche complicanze più gravi come la lesione del nervo radiale che può comportare la perdita di sensibilità sul dorso dell’avambraccio e della mano.
- Le fratture distali dell’omero sono traumatiche e possibili anche in persone giovani a livello dell’epitroclea e delle creste sovracondiloidee. Generalmente il meccanismo lesivo è una caduta sulla parte posteriore del gomito piegato.