Pompelmo: calorie, benefici e valori nutrizionali

Pomplemo valori nutrizionali

Il pompelmo ( Citrus paradise ) della famiglia delle Rutacaeae, è un agrume diffuso in tutto il mondo, non solo per il suo gusto e il suo valore nutritivo, ma anche perché considerato un alimento funzionale che promuove la salute e previene malattie. Prove scientifiche recenti, ottenuto attraverso tecniche di biologia molecolare, hanno dimostrato che il pompelmo è probabilmente un ibrido tra pummelo ( C grandis ) e arancio dolce ( C sinensis ).

I flavanoni (naringina e esperidina) e i limonoidi (limonina) sono responsabili del gusto amaro comunemente associato al pompelmo (la concentrazione di naringina decresce gradualmente con la maturazione del frutto e, dunque, in genere il gusto acido e amarognolo è più accentuato nel pompelmo meno maturo). Il colore del pompelmo, invece, è variabile, fondamentalmente perché dal frutto originale ad oggi ci sono più varietà diverse. Dunque, può avere un colore che va dal rosa fino ad arrivare al rosso, passando per il giallo e l’arancione. Il colore rosso è dovuto al licopene, un carotenoide famoso per la sua azione antiossidante che è particolarmente presente nel pomodoro (e in altri frutti e verdure di colore arancio-rosso).

Pompelmo valori nutrizionali

Un’ampia varietà di composti bioattivi nel pompelmo sono stati isolati e caratterizzati. La loro abbondanza relativa varia in base alla varietà, alla posizione geografica, al momento della raccolta e al metodo di trasformazione del pompelmo. Di seguito la Tabella dei valori nutrizionali ricavata dal database C.R.E.A.

POMPELMO Valore per 100g
Energia (kcal): 26
Carboidrati disponibili (g): 6.2
Zuccheri solubili (g): 6.2
Proteine (g): 0.6
Lipidi(g): 0
Fibra totale (g): 1.6
Sodio (mg): 1
Potassio (mg): 230
Ferro (mg): 0.3
Calcio (mg): 17
Fosforo (mg): 16
Vitamina C (mg): 40

Come possiamo vedere, più del 90% del pompelmo è composto da acqua, e questo ci fa subito comprendere come questo frutto sia particolarmente poco denso energeticamente (solo 26 kcal per 100 g di prodotto). Il minimo apporto calorico è dovuto al contenuto di zuccheri semplici, anche se tra i glucidi figura anche una quantità non trascurabile di fibre, sia solubili sia insolubili.

Dal punto di vista dell’apporto di micronutrienti il pompelmo è conosciuto principalmente per il suo contenuto di potassio e vitamina C, ma è una fonte anche di altre vitamine, come alcune del gruppo B, e di altri minerali come calcio, fosforo e ferro.

Tuttavia, non sono questi nutrienti ad aver reso il pompelmo (e in generale gli agrumi o l’intera categoria della frutta) particolarmente interessante dal punto di vista nutrizionale, piuttosto le cosiddette sostanze non nutrienti, denominate “fitochimici” o “sostanze fitochimiche”, che anno per anno mostrano potenziali (almeno teoriche) proprietà utili per il mantenimento della salute e la prevenzione delle malattie croniche.

Nello specifico, i flavonoidi costituiscono i costituenti bioattivi più abbondanti del pompelmo, e quattro tipi di flavonoidi (flavanoni, flavoni, flavonoli e antocianine) sono stati identificati nei frutti degli agrumi. Altri componenti chimici identificati nel pompelmo sono gli agonocloni, i glucosidi, le furanocumarine (bergamottina, 6 ‘, 7’-diidrossibearottina) e i carotenoidi.

Calorie pompelmo

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Pompelmo proprietà

Al pompelmo sono stati attribuiti moltissime proprietà, generalmente legate all’azione che i fitochimici in esso contenuto hanno dimostrato in alcuni studi pre-clinici. Nello specifico, Al pompelmo vengono attribuiti favorevoli effetti sul peso, sulla colesterolemia, sulla trigliceridemia e sulla pressione arteriosa.

Pompelmo, obesità e sindrome metabolica

La sindrome metabolica è un gruppo di anomalie metaboliche (attualmente definite da obesità addominale, dislipidemia aterogenica, aumento della pressione sanguigna, insulino-resistenza e intolleranza al glucosio, stato pro-infiammatorio e stato trombotico ), che aumentano il rischio di sviluppare diabete e malattie cardiovascolari. Chiaramente, esercizio fisico regolare e interventi dietetici sono le due colonne portanti sia della prevenzione sia della gestione della sindrome metabolica e delle patologie ad esse associate.

Il pompelmo ha sempre avuto la nomea di “cibo anti-obesità”, ed è per questo che è stato reso l’alimento principe di molte diete famose e commerciali, a partire già dagli anni trenta. Per certi versi, visto il suo potenziale saziante, il contenuto elevatissimo di acqua, la presenza di pectina e di altre fibre, e la sua bassissima densità energetica (alcuni autori hanno perfino parlato di “calorie negative” – anche se, vedremo, tale concetto non è stato mai dimostrato, accettato e riconosciuto per alcun cibo esistente, in scienze dell’alimentazione).

A parte la sua presenza in diete anti-obesità, anche la letteratura scientifica a supporto delle proprietà del pompelmo è costituita da articoli scientifici interessanti che mettono in risalto l’associazione (NON la relazione causa-effetto) tra consumo di pompelmo intero e perdita di peso e minor resistenza all’insulina nei pazienti con sindrome metabolica.

Il consumo di pompelmi è stato associato a diminuzione della glicemia a digiuno e livelli di insulina e livelli sierici di colesterolo totale, lipoproteine ​​a bassa densità (LDL) e trigliceridi ematici. Il consumo di pompelmo può quindi avere effetti benefici nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 e altre malattie degenerative, che possono scientificamente giustificare la tradizione secolare dell’ integrazione alimentare del pompelmo nelle diete considerate più salubri. Si deve tuttavia notare che la comunità scientifica sottolinea bene che il ruolo del pompelmo, nella prevenzione dello sviluppo e della progressione della sindrome metabolica, non è stato completamente compreso.

La causa delle proprietà apparentemente benefiche del pompelmo sono, come dicevo precedentemente, i fitochimici in esso contenuto. Infatti, molti flavonoidi dietetici sono stati identificati come antidiabetici e possono ridurre il rischio di malattie croniche legate all’età. I principali flavanoni nel pompelmo, naringina e esperidina, sono stati collegati meccanicisticamente agli effetti benefici di questo frutto.

Pompelmo benefici

È stato osservato, sebbene solo in studi in vitro, che la naringina riduce la disponibilità della proteina microsomiale di trasferimento dei trigliceridi (MTTP) (necessaria per la secrezione di lipoproteine contenenti apolipoproteina (apo) B, che conferiscono una maggior espressione di rischio aterosclerotico). È stato anche dimostrato che il trattamento combinato con naringina e vitamina C migliora il diabete indotto da streptozotocina nei ratti, e che esperidina e naringina sono efficaci nel migliorare l’iperlipidemia e l’iperglicemia nei modelli animali con diabete di tipo 2, regolando parzialmente il metabolismo degli acidi grassi e del colesterolo e influenzando l’espressione genica degli enzimi che regolano il metabolismo del glucosio.

Tutti questi risultati giustificano e supportano gli effetti anti-diabetici dei flavonoidi. Tuttavia, è bene ricordare che gli studi in vitro o su modelli animali non possono in alcun modo rappresentare una sufficiente evidenza a supporto di una relazione causa-effetto, e non possono da soli, pertanto, portarci a concludere che i flavonoidi contenuti nel pompelmo possano avere effetti benefici sulla sindrome metabolica.

Ci resta il buon senso che ci dice, semplicemente, che un frutto molto poco denso energeticamente, ricco di fibre alimentari e con un potenziale molto saziante, non può che aver eun ruolo positivo nel contesto di un’intera dieta (o ancor meglio un intero stile di vita) basata su raccomandazioni per il benessere e la salute.

Pompelmo e malattie cardiovascolari

Gli studi epidemiologici concordano sul fatto che un maggiore apporto dietetico di flavonoidi è stato associato a un ridotto rischio di ictus ischemico e malattie cardiovascolari (77 , 78 ). Gli effetti protettivi dei flavonoidi comprendono: proprietà anti-ischemiche, antiossidanti, vasorilassanti e antitrombotiche. È stato suggerito che i flavonoidi riducono il rischio di malattie coronariche migliorando la vasodilatazione coronarica, diminuendo la capacità delle piastrine di coagularsi e prevenendo l’ossidazione delle lipoproteine ​​a bassa densità (LDL).

Il consumo di un mezzo pompelmo piccolo tre volte al giorno per 6 settimane è associato a un calo moderato della pressione arteriosa. Inoltre, uno studio condotto sulla componente fibrosa del pompelmo ha rilevato che il consumo di pectina del pompelmo, per 16 settimane, da parte di persone a rischio cardiovascolare, era associato a miglioramenti del profilo lipidico (riduzione del 7,6% del colesterolo totale e del 10,8% del colesterolo LDL).

Interazioni farmaci-alimenti

succo di pompelmo e farmaci

“L’effetto pompelmo” si riferisce alla capacità del succo di pompelmo e degli integratori (a base di succo di pompelmo ad es.) di interagire con un’ampia varietà di farmaci, aumentando o limitando la loro disponibilità nell’organismo. A causa dell’alterazione del dosaggio attivo del farmaco, il succo di Pompelmo è comunemente non raccomandato nel caso di assunzione di molti farmaci differenti.

Infatti, l’assunzione di “elevate quantità” (più di un bicchiere di succo di pompelmo), e verosimilmente anche di frutto intero, interferisce per circa 24 ore nella cinetica di numerosi farmaci, aumentandone la biodisponibilità, in quanto inibisce l’isoenzima epatico CYP3A4, isoforma del citocromo P450 presente nel fegato e nella parente intestinale.

Dunque, aumenta la concentrazione plasmatica di simvastatina e lovastatina, di numerosi calcioantagonisti, degli antistamici e di moltissimi altri farmaci. Una nota interessante è che questa caratteristica è “abbastanza specifica” per il pompelmo rispetto ad altri frutti e soprattutto agli altri agrumi, infatti, ad esempio, arance e limoni non sembrano avere effetti sul CYP3A4.

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Articolo del Dottor. Daniele Esposito autore di Project Diet

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Andrea Biasci

Fondatore del Project inVictus e autore di Project Nutrition, il libro sulla nutrizione con più di 90 000 copie vendute, che unisce la teoria alla pratica su base scientifica. Laureato in Scienze Motorie e nella magistrale in Scienze della Nutrizione Umana. Per anni è stato Professore Universitario a contratto presso l'Università degli Studi di Milano. Maggiori informazioni

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