Psillio: proprietà, controindicazioni, quando assumerlo
Psillio è il nome comunemente utilizzato per indicare i semi eduli di una pianta erbacea appartenente alla famiglia botanica Plantaginaceae, Genere Plantago e specie afra.
Grazie all’elevato contenuto in fibre solubili, i semi di psillio – e quello in polvere – vengono largamente utilizzati come integratori alimentari contro la stipsi, per dimagrire, come agente saziante e anche come modulatori dell’assorbimento.
Non tutte queste proprietà, d’altro canto, trovano conferma negli studi scientifici ad oggi condotti sugli ipotetici benefici dello psillio.
In questo articolo parleremo dei reali vantaggi che si potrebbero trarre dal supplemento nutrizionale con psillio, di come e quando assumerlo e, infine, delle controindicazioni e dei possibili effetti collaterali.
Psillio: cos’è e a cosa serve?
Quelli a base di psillio sono supplementi nutrizionali molto diffusi nell’ambito della salute intestinale e come addensanti alimentari.
Assieme a chia, glucomannani, beta-glucani, agar-agar, inulina e pectina, quelli a base di psillio rappresentano gli integratori di fibre solubili più utili e diffusi.
Tali prodotti, d’altro canto, non sono tutti uguali. Alcuni mostrano una spiccata funzione prebiotica e altri invece no. Inoltre, tra quelli metabolizzabili dal microbiota intestinale, alcuni tendono a liberare più gas e altri meno.
Queste diversità, tuttavia apprezzabili solo in seguito al supplemento, possono fare la differenza nella scelta di un prodotto anziché di un altro.
Lo psillio, in particolare, mostra un’elevata viscosità e una bassa fermentabilità, ed è generalmente più tollerato anche da chi lamenta, oltra alla stipsi, gonfiore, distensione addominale e flatulenza. Non fermentando, inoltre, mantiene elevato il volume fecale ed è quindi più efficacie degli altri prodotti.
C’è da dire che semi di psillio e cuticola purificata di psillio non hanno esattamente le stesse proprietà nutrizionali e, pertanto, non determinano effetti identici sull’organismo – anche se i principi attivi “utili” rimangono gli stessi.
I semi di psillio interi essiccati sono veri e propri alimenti. Apportano circa 270 kcal / 100 g, gran parte delle quali fornite da lipidi, seguiti dalle proteine e da pochi glucidi.
La cuticola dello psillio invece, che rappresenta una sorta di “crusca”, fornisce circa il 25% di calorie in meno rispetto ai semi interi; è inoltre la porzione normalmente impiegata per ottenere la polvere.
Nota: varie fonti bibliografiche offrono valori nutrizionali anche parecchio diversi tra di loro.
Proprietà dello psillio: quali sono i benefici dei semi di psillio?
Lo psillio è usato in nutrizione clinica come lassativo sfuso, un agente che ha sì effetti lassativi, ma secondari all’aumento del volume fecale.
Come anticipato, lo psillio può essere integrato per varie ragioni:
- Per il benessere intestinale, come anti-stitico e prebiotico, o nel trattamento della sindrome del colon irritabile (IBS);
- Per modulare l’assorbimento nutrizionale, in particolare con l’obbiettivo di ridurre la curva glicemico-insulinica, la colesterolemia e l’assorbimento degli acidi grassi;
- Per aumentare il senso di sazietà;
- Per dimagrire – finalità che unisce l’azione modulante sull’assorbimento intestinale a quella saziante.
Nota: secondo alcune fonti, lo psillio potrebbe addirittura risultare utile nel contrastare le feci acquose – che ne risultano gelificate. I risultati, tuttavia, possono variare da caso a caso; il rischio è anche che la condizione peggiori.
Per saperne di più sullo psillio (e su molti altri integratori), dai un’occhiata al nostro libro Project Integratori di cui puoi scaricare un estratto gratuito qui sotto.
Controindicazioni psillio
Lo psillio non ha grosse controindicazioni; in caso di patologie, tuttavia, è sempre bene consultare prima il medico.
Potrebbe essere controindicato ai soggetti malnutriti, alle persone affette da disturbi alimentari, a chi lamenta problematiche intestinali acute o a chi si è sottoposto a resezione del tenue.
Lo psillio non presenta nemmeno interazioni farmacologiche degne di nota, con unica modesta eccezione del picosolfato di sodio.
L’inconveniente più comune riscontrato da certi consumatori di psillio è la costipazione – che sarebbe l’effetto opposto rispetto all’obbiettivo dell’integrazione.
Ciò avviene, tuttavia, quasi sempre a causa di un insufficiente apporto d’acqua. Per assumere in sicurezza 15 g di psillio sono necessari almeno 240-250 ml di liquido acquoso.
Poche persone ipersensibili lamentano gonfiore, distensione addominale e flatulenza.
Altri effetti collaterali “rari” – ipoteticamente dovuti a reazione allergica – sono: respirazione difficoltosa, mal di stomaco, difficoltà a deglutire, eruzione cutanea, prurito, nausea, vomito.
Come usare lo psillio? Come e quando assumerlo?
Lo psillio può essere integrato in maniera sicura assumendone 5 g circa 2 o 3 volte al giorno (10-15 g / die).
Se l’obbiettivo è di aumentare il volume fecale, non è necessario che l’assunzione avvenga in corrispondenza dei pasti.
Viceversa, se la finalità è saziante e di modulazione dell’assorbimento – quindi, per migliorare alcuni parametri metabolici e per dimagrire – si consiglia di assumerlo 30’ prima del pasto.
Dosi fino a 30 g / die sembrano comunque ben tollerate – assumendo la giusta quantità d’acqua, ovvero 500 ml.
Buoni risultati si possono ottenere dalla combinazione di psillio con altri prodotti simili (glucomannani, beta-glucani, chia), impiegando logicamente un dosaggio ben ripartito.
Assumere lo psillio serve veramente? Evidenze scientifiche
Lo psillio è un integratore indubbiamente efficacie, ma non per tutte le finalità proposte.
Per la sua viscosità, lo psillio è un buon agente saziante; assunto prima del pasto, partecipa ad anticipare la sensazione di pienezza gastrica.
È probabilmente il miglior supplemento nella lotta alla stipsi, grazie alla ridotta fermentabilità e alla capacità di mantenere idratate e voluminose le feci, che peraltro riducono l’effetto “gonfiore”.
Non velocizzando il transito intestinale del crasso e prevenendo le contrazioni peristaltiche eccessive, trova un certo consenso anche dai pazienti che lamentano sindrome del colon irritabile con sintomatologia alternata tra stipsi e diarrea.
Costituisce inoltre un piccolo aiuto nella moderazione dell’impennata glicemica, un effetto auspicabile soprattutto nei regimi nutrizionali degli insulino-resistenti e dei diabetici.
Può inoltre trattenere un certo livello di acidi grassi, colesterolo e sali biliari, partecipando a diminuire leggermente la colesterolemia e a limitare l’intake calorico.
L’effetto saziante e quello modulatore dell’assorbimento possono offrire un modesto contributo alla riduzione dell’intake calorico; tuttavia – forse anche perché si tratta di un prodotto calorico – valutando sia la ricerca scientifica che l’esperienza clinica, possiamo affermare con una certa sicurezza che lo psillio non è un supplemento nutrizionale che promuove significativamente il dimagrimento.