Sinefrina: cos’è, a cosa serve, quanta e quando prenderla?
Quelli a base di sinefrina sono integratori (supplementi) con finalità dimagranti, quindi da associare alla dieta ipocalorica per la perdita di peso.
Non tutti sanno, d’altro canto, cos’è realmente la sinefrina o a cosa serve; chi ne sente parlare per la prima volta, in genere, si limita ad approfondire quando prenderla e quanta assumerne.
In questo articolo approfondiremo meglio l’argomento, scoprendo inoltre se e quanto la sinefrina sia realmente efficace e, nel caso, come integrarla correttamente.
Cos’è la sinefrina?
La sinefrina, o più specificamente p-sinefrina, è – dal punto di vista chimico – una molecola alcaloide.
Esistono diversi integratori alimentari che contengono sinefrina. Alcuni di essi sono estratti vegetali, altri sono costituiti da sinefrina purificata.
Isolata e concentrata, può essere utilizzata per la produzione di alcuni farmaci iniettabili e non.
Farmaci e integratori, tuttavia, non hanno gli stessi effetti e nemmeno le stesse finalità terapeutiche.
A cosa serve e come agisce? Proprietà e benefici
Sinefrina per dimagrire
La p-sinefrina trova applicazione nel miglioramento della composizione corporea e, più precisamente, nel dimagrimento: agisce sui sistemi dopaminergici, adrenalinergici e noradrenalinergici, provocando un aumento del tasso metabolico.
Gli integratori di sinefrina sono quindi diffusamente commercializzati in Europa e negli Stati Uniti, a volte in combinazione alla caffeina o altri principi attivi, con il titolo di “bruciagrassi”.
Anche se di modesta entità, la sinefrina assunta per via orale può favorire la vasocostrizione e la broncodilatazione – quest’ultima, opinabile sul lato pratico, perché non si manifesta in maniera rilevante nei soggetti sani.
Sinefrina come simpaticomimetico
Gli effetti fisiologici della sinefrina sono di tipo adrenergico simpaticomimetico, quindi principalmente ipertensivi e vasocostrittori – come quelli dell’epinefrina (adrenalina) e della norepinefrina (noradrenalina), rispetto alle quali tuttavia mostra un effetto più duraturo.
Attenzione! È importante distinguere gli studi sulla sinefrina come singola entità chimica da quelli sulle miscele con altri farmaci e/o estratti botanici sotto forma di supplemento nutrizionale, e anche da quelli sugli estratti naturali. Non si deve commettere l’errore di ipotizzare che le miscele contenenti sinefrina (di origine sintetica o naturale) producano gli stessi effetti biologici della sinefrina isolata. |
La sinefrina funziona veramente? Evidenze scientifiche
Tra le numerose tipologie molecolari di sinefrina, quella più osservata è la p-sinefrina; altre varianti, come la o-sinefrina e la m- sinefrina, sono state interessate da un numero inferiore di studi.
Peraltro, quelli a base di sinefrina sono supplementi nutrizionali che possono contare su evidenze scientifiche limitate.
I campioni utilizzati nelle sperimentali in questione erano costituiti interamente da soggetti in sovrappeso; questo significa che, nella ricerca di cutting tipica del bodybuilding, essa potrebbe non sortire gli stessi effetti.
A suo vantaggio, diversamente da molti altri supplementi nutrizionali, la sinefrina mantiene la capacità di aumentare il tasso metabolico anche nel lungo termine.
Come stimolante, la sinefrina non è particolarmente potente; per questo viene spesso usata in abbinamento alla caffeina e in combinazione con un estratto di corteccia di salice bianco.
Contrariamente alla sua capacità di aumentare il tasso metabolico anche nel lungo termine, la proprietà stimolante tende a diminuire fino a svanire.
Così come la sinefrina, tanti altri integratori hanno un supporto scientifico limitato e non sempre portano ad un reale beneficio. Per sapere quali sono quelli realmente efficaci, dai un’occhiata al nostro libro Project Integratori.
Quanta sinefrina assumere? Dosaggio
Una corretta assunzione di sinefrina purificata prevede due assunzioni giornaliere da 10-20 mg l’una – in totale, 20-40 mg / giorno.
È consigliabile iniziare la supplementazione con sinefrina con 10 g a dose – soprattutto in combinazione ad altri stimolanti, ad esempio la caffeina, o a molecole che ne potenziano l’azione, come l’EGCG – per aumentarla progressivamente in un secondo momento.
La sinefrina può anche essere integrata mediante un estratto di arancia amara, dosandolo in base al contenuto di principio attivo.
Il vantaggio di questo prodotto, rispetto alla sinefrina purificata, è che contiene anche una classe di flavonoidi che possono aumentare ulteriormente il tasso metabolico a riposo.
La sinefrina può essere abbinata ad altri principi attivi dotati di azione simile.
Il più diffuso è la caffeina; ma non è l’unico. Un’altra associazione diffusa è con yohimbina e epigallocatechina gallato (EGCG).
Nell’estratto di arancia amara, la sinefrina si associa all’esperidina, un principio attivo utile nel ridurre l’infiammazione e favorire il funzionamento dei vasi sanguigni.
Quando assumere la sinefrina?
E’ meglio assumerla prima o dopo i pasti? La sinefrina deve essere integrata a stomaco vuoto al mattino e di nuovo 6-8 ore dopo.
Se l’integrazione di sinefrina a stomaco vuoto provoca nausea, può essere necessario associarla a piccoli pasti.
Effetti collaterali e controindicazioni sinefrina: fa male?
Se usata con cautela, la p-sinefrina è un integratore sicuro. Ciò nonostante, si consiglia comunque di consultare il medico prima dell’assunzione.
Altre varianti, come o-sinefrina e la m-sinefrina, possono contare su un minor numero di studi a riguardo.
Si raccomanda cautela nell’assumere sinefrina in caso di patologie e terapie farmacologiche.
Esercitando un’azione vaso costrittiva, la sinefrina non si presta al trattamento dei soggetti ipertesi.
Per di più, sembra interagire negativamente con gli inibitori delle monoaminossidasi (IMAO).
Naringenina ed esperidina, contenuti nell’estratto di arancia amara, interagiscono con diversi enzimi che metabolizzano i farmaci; la sinefrina purificata, quindi, è paradossalmente meno “problematica” rispetto all’estratto di arancia amara.
La sinefrina dovrebbe essere evitata da:
- donne incinte,
- nutrici,
- soggetti in accrescimento,
- chi soffre di insufficienza funzionale epatica e/o renale,
- persone che lamentano stati ansiosi cronici.