Trigger point: sintomi e rimedi utili
Un trigger point, specie nella zona cervicale e lombare, si manifesta tipicamente con un dolore trafiggente e localizzato incarnato spesso dalla frase “Ho un nervo accavallato!”. Quello del nervo accavallato è però una definizione traballante e tipicamente gergale che non può trovare riscontro nella realtà anatomica e patologica delle cose. Dire infatti che un nervo si è “accavallato” non significa nulla, giacché i nervi periferici del nostro corpo non si sovrappongono a niente e rimangono proprio lì nella loro sede che ne contraddistingue il decorso anatomico.
I nervi possono essere compressi (ernia discale o sciatica), irritati e lesionati, ma non possono accavallarsi né tra loro né a strutture adiacenti a loro come muscoli, tendini, vasi sanguigni o legamenti. Ma allora a cosa è dovuta la sensazione tipica del dolore chiamato in gergo “nervo accavallato”? Perché viene una contrattura? Per rispondere a queste e altre domande dobbiamo necessariamente spostare la prospettiva dal tessuto nervoso (responsabile solo di trasmettere la sensazione dolorifica ma non del dolore in sé) a quello muscolare, introducendo il concetto di contrattura, e nella fattispecie di trigger point.
Mappa trigger point (collo, schiena e gluteo)
Punti trigger, come riconoscerli
Appurato subito che il famoso nervo accavallato trattasi in realtà di punti trigger (diversi dai tender points tipici della fibromialgia), cerchiamo di capire di che si trattano nei dettagli e del perché scatena questo tipo di dolore. La scienza da una definizione. Il punto trigger è definito come un focolaio di iper-irritabilità localizzato solitamente all’interno di un fascio muscolare contratto. Questa zona contratta del muscolo dà luogo a una sindrome dolorosa specifica che consiste in genere in uno spasmo muscolare, associato a rigidità, debolezza e aumentata sensibilità al dolore.
I trigger point (che da ora in poi non chiameremo più nervo accavallato) sono quindi eventi patologici che coinvolge il muscolo e non il nervo. Da questa importante precisazione si parte per approfondire caratteristiche, cause e rimedi per questa condizione. Innanzitutto il trigger point possiede le seguenti peculiari caratteristiche che lo differenziano da altre problematiche muscolo-scheletriche:
- dolore acuto alla compressione e ben localizzato in un punto preciso (la fascia muscolare contratta);
- limitazione della mobilità articolare quando viene allungato il muscolo interessato;
- dolore scatenato dallo stretching del muscolo;
- dolore scatenato dalla contrazione del muscolo interessato;
- spesso dolore riferito in altre zone specifiche per ogni muscolo colpito. Le zone di dolore riferito possono essere anche molto distanti dalla fonte primaria di dolore.
Perché viene trigger point
L’insorgenza di un trigger point è correlata a cause specifiche. Generalmente un punto trigger si forma in conseguenza di un sovraccarico acuto della muscolatura, di solito dopo attività fisiche o posture protratte per lungo tempo nelle quali il muscolo colpito è stato mantenuto in costante accorciamento. Può anche essere generato da un trauma diretto o da un “colpo di freddo” che irrigidisce e contrae in maniera anomala il muscolo.
A scatenare il dolore e a renderlo cronico nel tempo contribuiscono anche fattori come lo stress psicofisico, il mancato riposo e le infezioni virali. Altro fattore da non sottovalutare sono le posture errate mantenute durante la giornata lavorativa e un cattivo allineamento posturale con importanti asimmetrie, condizione che è preludio a un disequilibrio muscolare che più facilmente può generare contratture e perpetrarle nel tempo. Caratteristica peculiare del trigger point è infatti anche quella di attivarsi e disattivarsi a seconda dei periodi e dei fattori scatenanti. La fine del dolore spesso non coincide con la risoluzione del trigger point, bensì solo con la sua disattivazione (trigger latente dolorante solo alla palpazione).
La mappa dei trigger point
I trigger point possono teoricamente crearsi in ogni muscolo del corpo come in una mappa ma nella realtà esistono muscoli che con maggiore frequenza ne ospitano uno. Questi muscoli sono quelli della zona cervicale e lombare. Sono infatti queste le regioni anatomiche più soggette al sovraccarico quotidiano e alle posture errate mantenute al lavoro. I muscoli più colpiti sono il muscolo trapezio superiore, l’elevatore della scapola, lo sternocleidomastoideo, il quadrato dei lombi e il piriforme (massaggio gluteo).
Ognuno di questi muscoli possiede delle specifiche aree nelle quali può dar vita a dolore riferito. Questa caratteristica dei trigger point è spesso responsabile di diagnosi e trattamenti errati nei confronti di strutture prive di alterazioni. Un esempio classico è il muscolo sternocleidomastoideo, il cui trigger point può riferire dolore alla testa e intorno agli occhi, generando sintomi che spesso sono fraintesi e affrontati erroneamente con approcci di tipo neurologico o oculistico. Generalmente la palpazione del punto trigger e la sua compressione scatena sia i sintomi a livello locale, sia i sintomi riferiti, facendo luce sulla reale causa del dolore.
Trigger point, la terapia
Arriviamo in ultima analisi a quelli che sono i rimedi consigliati per il nervo accavallato o, come abbiamo imparato adeguatamente a chiamare, trigger point. L’approccio tipicamente consigliato è quello fisioterapico basato essenzialmente su tre fasi fondamentali:
- il colloquio iniziale col paziente e la valutazione funzionale che permetterà di individuare il trigger point e le sue cause scatenanti;
- il trattamento vero e proprio basato sul massaggio mio-fasciale, sulla mobilizzazione e sullo stretching dolce del muscolo interessato;
- l’educazione del paziente all’auto-trattamento e all’eliminazione delle cause scatenanti.
È consigliabile un periodo di riposo dalle attività e dai carichi, senza immobilizzare la zona ma riprendendo con gradualità e dolcezza i movimenti lungo tutti i piani delle articolazioni irrigidite dalla contrattura. L’auto-trattamento consigliato è il massaggio per contrattura trasversale e longitudinale lungo il decorso del muscolo colpito sotto un getto di acqua calda anche in posizione di allungamento passivo.
Il decorso di un trigger point è generalmente favorevole con una risoluzione dei sintomi in pochi giorni. L’attenzione sarà successivamente da porre sulla correzione delle posture e delle asimmetrie per evitare che il problema si ripresenti in futuro.