Menisco rotto: 4 cose che devi sapere

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Il menisco rotto è un infortunio che può colpire sportivi e sedentari. Questa particolare struttura anatomica può andare incontro a lesione sia attraverso un evento traumatico sia attraverso una somma di eventi stressanti che lo portano a degenerare prima e a ledersi poi. Vista la sua frequenza è importante chiarire alcuni punti fondamentali per aumentare la consapevolezza a scopo preventivo e terapeutico.

Ma a cosa servono i menischi? I menischi sono due “cunei” cartilaginei a forma di “C”, uno mediale e uno laterale, posizionati all’interno dell’articolazione del ginocchio che hanno diverse funzioni, dall’aumento della stabilità articolare, fino alla dispersione delle forze compressive sul ginocchio, passando per la lubrificazione e l’assorbimento degli shock.

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I due menischi nel loro contesto anatomico

Vista la loro importanza strategica risulta chiaro come il menisco rotto sia un’eventualità da scongiurare prima e da curare adeguatamente poi. Per fare ciò, come spesso accade, è importante aumentare la conoscenza sull’argomento per chiarire le idee e adottare le giuste contromisure. Come riconoscere il menisco rotto? Come curare il menisco rotto? Cosa fare per il menisco rotto?

Menisco rotto, sintomi

Prima ancora che essere affrontato e risolto grazie anche a un trattamento ottimale, il menisco rotto va individuato e riconosciuto. Ma come si riconosce un menisco rotto? In primis, da un punto di vista funzionale e di sintomatologia. Il dolore da menisco rotto è tipicamente individuato a livello della rima articolare del ginocchio e può essere anteriore o posteriore. È spesso esacerbato da flessioni importanti del ginocchio e quindi dall’assumere posizioni accovacciate. Questo perché, da un punto di vista anatomo-funzionale, i menischi si muovono all’interno del ginocchio assecondandone i movimenti, e ciò avviene soprattutto in rotazione e oltre i 60° di flessione. Se vi è una lesione, la posizione del ginocchio in massima flessione scatenerà così i sintomi. Salvo casi di “blocco” del ginocchio con il menisco rotto si cammina e il ginocchio non è gonfio.

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Valutazione fisioterapica del dolore da provenienza meniscale

Statisticamente il menisco mediale è rotto di frequente, questo perché è meno mobile e maggiormente vincolato alla tibia. In questo caso si avrà un dolore al ginocchio interno a livello della rima articolare. I meccanismi di lesione dei menischi possono essere molteplici e di varia natura:

  • traumatica, tipica dello sport, in cui il menisco può lesionarsi attraverso una distorsione di ginocchio con piede ancorato al suolo (possibili lesioni legamentose associate) o un’estensione di ginocchio brusca e repentina con piede staccato da suolo (calcio di un pallone);
  • degenerativa, tipica dei lavori manuali, in cui il menisco può lesionarsi sul lungo periodo grazie a ripetuti stress dati da prolungate posizioni accovacciate e successive brusche estensioni nell’atto di rialzarsi. Giardinieri, piastrellisti e muratori sono alcune delle categorie di lavoratori più soggette.

A livello fisioterapico esistono alcuni test specifici che possono aiutare a riconoscere il menisco rotto. Tra questi ricordiamo il test di Apley e il test McMurray.

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Test clinici per i menischi: test di Apley e di McMurray

Operazione al menisco

Le lesioni del menisco non sono tutte uguali e non sono sempre tutte della medesima gravità. Queste due variabili influenzano in maniera determinante la scelta fra l’operazione e il solo trattamento fisioterapico. Si distinguono diversi tipi di lesione: longitudinale, obliqua, orizzontale e trasversale. A queste lesioni si associa un valore di gravità a seconda della grandezza della lesione stessa: grado 1<5mm, grado 2 tra 5mm e 1 cm, grado 3 >1 cm. Generalmente l’operazione è un’eventualità valutata dall’ortopedico che decidere come si opera un menisco rotto (artroscopia al ginocchio). Può essere di due tipi:

  • meniscectomia totale o selettiva, quando viene rimosso rispettivamente tutto il menisco o solo la parte lesionata. Questo tipo di intervento riduce drasticamente i tempi di recupero e di ritorno all’attività agonistica ma aumenta la possibilità di incorrere in degenerazioni articolari precoci (artrosi);
  • sutura meniscale, quando il menisco viene suturato per ridurre la lesione e favorire il processo riparativo. È importante però ricordare che i menischi sono strutture quasi completamente prive di vasi sanguigni con la sola eccezione del margine più periferico. Per questo motivo la sutura è presa in considerazione solo nei casi di lesione della regione periferica del menisco, poiché questa è capace di rigenerarsi essendo vascolarizzata. È un intervento che preserva l’integrità del menisco, non favorisce una degenerazione cartilaginea precoce (come nel caso della meniscectomia) ma aumenta i tempi di recupero e di rientro all’attività agonistica.

Menisco rotto, cosa fare

La tipologia di trattamento fisioterapico in caso di lesione del menisco è strettamente connessa al tipo di intervento chirurgico effettuato e da lì si parte per sapere cosa fare e cosa non fare con il menisco rotto.

  • La meniscectomia non deve creare grosse preoccupazioni. Il tessuto lesionato è stato rimosso, non vi sono quindi strutture da proteggere nel post-intervento. Per questo è importante riprendere subito a camminare caricando sul ginocchio operato e tenendo sotto controllo il dolore e la tumefazione post-operatoria. Il recupero della mobilità e della forza muscolare sarà favorito da un adeguato trattamento fisioterapico, dalla somministrazione immediata di esercizi e dalla precoce ripresa delle normali attività. Rientro all’attività agonistica in 15 giorni circa.
fisioterapia ginocchio
Recupero della mobilità in flessione di ginocchio
  • La riparazione del menisco invece necessita di un trattamento fisioterapico più accurato e organizzato. In questo caso il carico non sarà immediato e si camminerà con l’ausilio di stampelle per circa 2/4 settimane con una limitazione della flessione del ginocchio fino a un massimo di 60°. A questo punto la riabilitazione è simile a quella post ricostruzione del legamento crociato anteriore, con una recupero precoce della mobilità articolare, della forza muscolare e della propriocezione. Il rientro all’attività agonistica è prevista in circa 3/4 mesi.

Come guarire dal menisco rotto

Esercizi e menisco rotto, come comportarsi? Molti mi chiedono quali esercizi posso o non posso fare se ho una lesione al menisco? La risposta anche qui dipende molto dal tipo di intervento chirurgico effettuato. I principi generali di fisiologia articolare ci mettono in guardia verso le flessioni eccessive del ginocchio quali movimenti che più in assoluto richiedono il movimento dei menischi e ne mettono alla prova la funzionalità.

Ecco che sia per soggetti con dolore e sintomi riconducibili a lesioni del menisco in trattamento conservativo, sia soprattutto in soggetti post operazione di riparazione saranno da evitare nel primo periodo esercizi di rinforzo che portano il ginocchio oltre i 60° di flessione. In generale saranno da preferire gli esercizi in catena cinetica chiusa come Squat, Pressa e Step-up, adottando accorgimenti utili a diminuirne l’escursione. È importante curare bene l’allineamento dell’arto inferiore durante questi esercizi non forzando esecuzione con piedi paralleli soprattutto durante lo Squat. Tali forzature vanno a creare forze potenzialmente lesive sui menischi durante l’esercizio.

fisioterapia ginocchio

pressa
Esercizi di rinforzo muscolare post intervento al menisco. In alto, rinforzo isometrico nel post-operatorio. In basso, riduzione del ROM in flessione durante un esercizio di rinforzo muscolare in una fase più avanzata della riabilitazione
propriocezione
Esercizio di propriocezione in una fase avanzata della riabilitazione

L’introduzione di esercizi di rinforzo, specie post operazione di sutura meniscale, andrà attentamente valutata con l’aiuto di un fisioterapista, con un iniziale lavoro di mantenimento eseguito in isometria senza flettere il ginocchio e proseguendo poi con l’introduzione di esercizi a ROM di flessione ridotto.

Diverso il discorso per i soggetti operati di meniscectomia totale o selettiva: in questi casi, una volta risolto il dolore e la tumefazione, non vi sono particolari accorgimenti da prendere e il recupero della forza e della resistenza muscolare sarà affidato a Squat, Affondi e Pressa senza limitazione del ROM in flessione. Attenzione però a gestire e dosare nella maniera migliore i carichi di lavoro e la frequenza degli allenamenti: volumi eccessivi di lavoro nel lungo periodo possono aumentare il rischio di degenerazione cartilaginea precoce, una condizione già a rischio in chi ha dovuto asportare un menisco rotto o parti di esso.

squat menisco

squat menisco
In alto, posizionamento scorretto e rischioso per i menischi durante lo squat coi piedi paralleli. In basso, posizionamento corretto e fisiologico per i menischi con le punte dei piedi leggermente all’esterno
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Andrea Roncari

Professore universitario a contratto all'università di Pavia. Fisioterapista specializzato nei disturbi muscolo-scheletrici e sportivi. Laureato in scienze motorie e Personal Trainer Maggiori informazioni

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