Doping e Bodybuilding natural: qualche spunto di riflessione
In questo articolo cercheremo d’analizzare la questione Doping e Bodybuilding Natural due mondi che dovrebbero essere lontanissimi ma che spesso vengono associati assieme. Ovviamente l’argomento è vastissimo, ci limiteremo a dare solo qualche spunto di riflessione per superare la questione.
Esiste il bodybuilding natural?
La prima cosa che dobbiamo chiederci è se esiste il bodybuilding natural? Perché se la risposta che diamo è NO possiamo anche concludere qui la questione. Il bodybuilding è solo per dopati, la palestra è invece per secchi illusi. Fine della storia.
Se invece crediamo che esista dobbiamo capire se quello che funziona per un doped funziona anche per un natural. La risposta è no. Una delle prove più eclatanti dell’esistenza del bodybuilding natural è la sua evoluzione. Finché ha imitato quello doped ha prodotto principalmente secchi, nel momento che ha preso una sua strada i fisici sono nettamente migliorati. Insomma quello che facciamo, come lo facciamo, fa la differenza.
In un prossimo articolo tecnico compareremo due preparazioni: natural e doped e vedremo che differenze le caratterizzano. Quando ad un atleta doped conviene un certo tipo d’approccio quando ad uno natural un altro.
I test antidoping funzionano?
Se pensiamo che Armstrong ha vinto diversi Tour senza venire mai beccato, capiamo quanto i test antidoping possano essere fallaci. Tuttavia è meglio una federazione che investe in dei test piuttosto che una che non ne fa neanche uno. Anche perché qualcuno viene beccato e squalificato, segno che comunque uno sforzo nella direzione giusta c’è. Da questo punto di vista non possiamo non apprezzare gli sforzi che sta facendo la NBFI.
Non avendo la certezza della naturalità dell’atleta non ci resta che valutare il suo percorso, la sua storia, i suoi contenuti. L’essenziale è invisibile agli occhi, se cercate di capire chi è natural da una foto probabilmente siete il tipo di persona che sceglie se una ragazza è figa da 100m.
Ci sono natural più natural di altri
Secondo voi una persona che integra la sua alimentazione si dopa?
La risposta mi auguro sia no, tuttavia la stessa mentalità riguarda molti atleti dopati. Siccome Coleman si dopava di più loro si considerano natural. Ognuno si giustifica come meglio pensa ma una realtà diffusa è quella di credersi natural anche quando si assumono sostanza illegali: “in fondo non mi aiuto più di tanto ed i miei valori sono quasi fisiologici…“. La realtà è che a nessuno piace autoetichettarsi come dopato. Tanti atleti che assumono sostanze dopanti sinceramente dicono di essere natural.
I guru e gli ammiratori
Il problema del natural bodybuilding e del doping è duplice. Da una parte falsi atleti natural si autocelebrano, vendendosi come guru ed esperti.
ATTENZIONE: non cadiamo nell’errore che uno perché si dopa non è preparato. Sono sempre i contenuti a decretare quanto la persona ha delle conoscenze.
Il problema sono gli atleti dopati che si autocelebrano natural vendendo informazioni false e di bassa qualità. Ma il vero problema in questo caso non è chi vende ma chi acquista. Ci sono un sacco d’ammiratori del nulla: della foto pompata, della frase motivazionale, insomma della sola apparenza senza nessuna sostanza. Perché diciamocelo, nel bodybuilding un sacco di persone amano farsi prendere per il culo. Una parte inconscia di loro li spinge ad idolatrare il nulla, un po’ come le ragazzine che strillano dietro al loro cantate pop preferito perché è troppo bello…
Questo atteggiamento lo equipariamo alla sindrome dalla ragazza brutta che va in giro con l’amica figa, sperando di vivere di luce riflessa. Ci dispiace ma non funziona così, il vibratore in stanza rimarrà il vostro unico spasimante.
Allenatori da divano
Quando vi avvicinate ad uno sport avete subito un’evidenza sulla preparazione della persona. Questo è determinato dal suo risultato atletico. Ogni sport ha delle serie, dei rank, delle classifiche. Giocate a golf? Che punteggio avete? A tennis in che serie siete?
Insomma la preparazione è connessa ad un gesto atletico che da un risultato agonistico. Se fate le maratone la prima cosa che vi chiederanno è in quanto la chiudete.
In palestra tutto questo non c’è. Il fine è estetico e non prestazionale. Questo porta tutti a sentirsi degli esperti, perché anche quando rimaniamo dei secchi è perché gli altri sono solo geneticamente fortunati o dopati.
Gli amanti del fitness sono assetati della novità, incapaci di distinguere la realtà dalle supercazzole, ma soprattutto sono profondamente certi di sapere. In gergo, come nel calcio, possiamo definirli allenatori da divano.
Questo porta quello che si allena 3 volte in palestra, o che magari si allena da 10 anni ma di merda, a criticare l’atleta che sale sul palco. Ma prima di giudicare uno si è mai preparato per una gara di bodybuilding natural? Ha mai seguito una periodizzazione di 12 mesi? Oppure ogni mese si limita a cambiare scheda?
L’amatore non ha nessuna percezione della differenza che c’è tra allenarsi in palestra e seguire una preparazione “agonistica”. Pertanto si sente autorizzato a criticare, perché in fondo lui ne sa.
NON FUNZIONA COSI’, un ambiente per conoscerlo devi viverlo, altrimenti credi di sapere.
Bodybuilding natural e doping una semplice soluzione
Concludiamo dando una soluzione alla questione doping e bodybuilding natural. Per fortuna sul project inVictus è sempre la stessa ed è molto semplice: PROVARE
Il problema delle persone è che si rinchiudono nelle proprie convinzioni, sposano un metodo, una dieta e tutto il resto diventa merda. Al contrario la prima cosa da fare è liberarsi delle proprie certezze e innamorarsi del piacere della scoperta, mantenere in vita la curiosità mentale.
Ovviamente non è che dobbiamo provare tutto, ci deve essere alla base una spiegazione fisiologica e biomeccanica, altrimenti perdiamo la capacità di distinguere le supercazzole dalla sostanza.
Tuttavia iI modello di riferimento deve rimanere il mondo agonistico, questo non perché tutti debbano salire in pedana, ma semplicemente perché la gara è il test driver che ci permette di capire nel concreto, spinto al limite, cosa funziona e cosa no. Solo l’ambiente competitivo permette un vero confronto ed una crescita reale dei metodi e dei concetti.
La F1 è un altro mondo rispetto all’utilitaria, eppure l’esasperazione competitiva porta ad ottimizzare tutti i processi. Se la vostra macchina è sempre più efficiente, aerodinamica, leggera e sicura è anche grazie alle scoperte che sono state fatte 10 anni prima in pista.
L’invito che vogliamo dare a tutti è quello di leggere, studiare ma soprattutto provare.
Per poter dare un giudizio ci deve essere stata una verifica. Possiamo passare ore su Facebook a discute o litigare se un atleta è natural oppure no. Oppure possiamo concentrarci sui contenuti, provarli e farci un’idea concreta e reale.
Ricordatevi sempre che le discussioni si perdono come foglie al vento, i risultati rimangono.
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