Fascite plantare, come curarla
Hai dolore al tallone? Hai male alla pianta del piede durante i primi passi al mattino? Potrebbe trattarsi di fascite plantare. La fascite plantare è una condizione patologica del piede che deriva dal sovraccarico tensivo della fascia plantare con dolore a livello della sua inserzione sul calcagno. Si stima che circa il 10% della popolazione ne soffra almeno una volta nella vita. Il range di età maggiormente colpito va dai 25 ai 65 anni con un picco di incidenza tra i 40 e i 60 anni. Tendenzialmente riguarda sportivi che praticano numerosi salti e spinte, in cui le fibre della fascia plantare sopportano uno stress eccessivo e ripetuto. Oltre a sportivi corridori e saltatori colpisce anche la popolazione non sportiva. Come curare la fascite plantare?
Cosa causa la fascite plantare
Nella maggior parte dei casi la causa di dolore alla pianta del piede che l’ha generata è sconosciuta, sono invece stati identificati dei fattori di rischio. Ci teniamo a precisare che un fattore di rischio non è da considerarsi un agente causale: l’assenza di un fattore di rischio non esclude la comparsa della malattia, ma la sua presenza (o la presenza di più fattori di rischio) aumenta il rischio di malattia.
Di seguito elenchiamo alcuni fattori di rischio: aumento del BMI (> 30 kg/m2), dorsiflessione limitata di caviglia, estensione limitata della prima articolazione metatarso-falangea (estensione dell’alluce), piede arcuato o piatto, rigidità muscolare a livello del tricipite surale e degli ischiocrurali, deficit di forza della muscolatura intrinseca del piede, overtraining, corsa con scarpe inadeguate su terreni rigidi.
Come possiamo notare sono molti i fattori che possono influenzare l’esordio della problematica, tuttavia si può genericamente affermare che alla base della patologia vi è un sovraccarico tensivo a livello della fascia che genera infiammazione, microlesioni, rigidità o degenerazione con dolore sotto alla pianta del piede.
Fascite plantare, sintomi
Un’attenta valutazione è indispensabile per escludere tutte quelle patologie che possono evocare dolore plantare al tallone per via della stretta vicinanza delle strutture che partecipano alla funzionalità del complesso piede-caviglia. Le patologie che il clinico deve escludere prima di poter parlare di fascite plantare cronica sono: sindrome del tunnel tarsale, spondiloartrite, atrofia del tessuto adiposo plantare, sindrome da intrappolamento di una branca del nervo plantare, rottura della fascia plantare e frattura del calcagno.
Il dolore al calcagno dovuto a fascite plantare si presenta tipicamente durante i primi passi al mattino o dopo un periodo di inattività e si ripropone verso la fine della giornata. Nel paziente si possono riscontrare rigidità all’inserzione prossimale della fascia plantare o al tendine d’Achille per via della loro connessione anatomo-funzionale.
Per valutare l’effettiva presenza di fascite plantare il clinico può effettuare due test: nel primo esegue un movimento passivo di dorsi-eversione di caviglia associato a estensione delle dita mantenendo la posizione per 5-10 secondi; nel secondo, denominato “Windlass test”, da eseguire sia con soggetto in piedi che in scarico con ginocchio flesso a 90°, viene passivamente estesa la prima metatarso-falangea lasciando flettere l’interfalangea. Questi test risultano positivi se evocano dolore a livello dell’inserzione calcaneare della fascia plantare.
Fascite plantare, rimedi
La cura per la fascite plantare è in primo luogo conservativa. Si valuta la chirurgia solo se conservativamente non si sono ottenuti i risultati sperati. L’intervento chirurgico risulta essere necessario solo nel 10% dei casi. Il percorso riabilitativo fisioterapico è basato su esercizi per fascite plantare come lo stretching, il rinforzo muscolare, il taping plantare e le terapie fisiche.
- Stretching della fascia plantare (dorsiflessione caviglia ed estensione dita) e dei muscoli plantiflessori sia in carico (su piani inclinati ad esempio) che in scarico (con l’utilizzo di un asciugamano in autonomia).
- Rinforzo della muscolatura della gamba, particolarmente importanti calf raises su gradino mantenendo le articolazioni metatarso-falangee estese con l’ausilio di un asciugamano arrotolato.
- Tecniche di bendaggio funzionale per limitare l’eccessiva pronazione del piede si sono rivelate utili nella riduzione del dolore solo nel breve termine.
- Sia plantari su misura che prefabbricati si sono dimostrati efficaci nella diminuzione della sintomatologia dolorosa.
- Le onde d’urto svolgono un ruolo di particolare importanza nel processo di cura della fascite plantare. Sia quelle focali, più profonde e puntiformi, che quelle radiali, ad ampio raggio su un’area tissutale più estesa, hanno forte evidenza di successo.
L’associazione di queste strategie di trattamento può costituire un valido alleato per la cura della fascite plantare.