Il dolore all’anca: un test utile per capirne le cause
L’anca è un’articolazione molto mobile la cui funzionalità è fondamentale non solo per la salute dell’anca stessa ma anche per le strutture limitrofe come la zona lombare e il ginocchio. Ma cosa provoca il dolore all’anca? Il dolore all’anca è una condizione che può insorgere in risposta a patologie degenerative come l’artrosi o a problematiche legate all’equilibrio muscolare che possono alterare la normale funzionalità dell’articolazione stessa creando dolore. La valutazione dell’anca è quindi momento cardine del trattamento fisioterapico per risolvere patologie come la lombalgia o la sindrome della bandeletta ileo-tibiale.
A tale scopo, tra gli strumenti in mano al fisioterapista, esistono i test di lunghezza muscolare. Attraverso questi test sarà più semplice analizzare l’equilibrio muscolare dell’anca e comprendere così a cosa è dovuto il dolore all’anca e come guarire. Parliamo ora di un famosissimo e utilissimo test di lunghezza, il test di Thomas.
Il test di Thomas
Il test di Thomas è un famoso test utilizzato in clinica riabilitativa per valutare la lunghezza dei muscoli flessori dell’anca e per iniziare a porre le basi per capire a cosa è dovuto il dolore all’anca. I flessori dell’anca sono una numerosa famiglia di muscoli che possono andare incontro a eccessiva rigidità, contribuendo a disequilibrio articolare e disfunzioni che possono sfociare in dolore. I flessori dell’anca non sono tutti uguali: questo test è in grado, attraverso una buona esecuzione e una corretta interpretazione, di discriminare la lunghezza di muscoli precisi appartenenti alla stessa famiglia tra i quali l’ileo-psoas, il retto del femore, il tensore della fascia lata e il sartorio. L’individuazione di uno specifico disequilibrio guiderà alla stesura di un trattamento ottimale per curare il dolore all’anca (esercizi di stretching, esercizi di rinforzo, mobilizzazione, ecc.).
L’esecuzione del test avviene su un lettino chiedendo alla persona di sedersi sul bordo e accompagnandola lentamente in posizione supina. A questo punto la persona dovrà afferrare le sue ginocchia e tirarle in direzione del torace in modo tale da mantenere l’osso sacro adeso al lettino (fate attenzione a non “tirare” eccessivamente le gambe verso il torace, pena il manifestarsi di un test falso positivo).
Dalla posizione così raggiunta, si chiede alla persona di mantenere un solo ginocchio mentre il fisioterapista accompagna gradualmente l’altra gamba facendola scendere verso il lettino (di questa gamba vengono valutati i flessori d’anca) con la tibia che penderà al di fuori del bordo e con la porzione lombare ben adesa al lettino. È questa la posizione dalla quale, attraverso le debite interpretazioni, si giudicherà la lunghezza selettiva dei flessori dell’anca.
Test di Thomas: cosa fare per il dolore all’anca
- Se la parte posteriore della coscia tocca il lettino e il ginocchio si flette di circa 80° valuteremo normale la lunghezza dell’ileo-psoas e di tutta la muscolatura flessoria.
- Se la parte posteriore della coscia non tocca il lettino e il ginocchio si estende saremo in presenza di una retrazione dell’ileo-psoas, del retto femorale e del tensore fascia lata.
- Se la parte posteriore della coscia tocca il lettino e il ginocchio rimane invece esteso giudicheremo normale la lunghezza dell’ileo-psoas mentre giudicheremo retratti il retto del femore e il tensore fascia lata.
- Se la parte posteriore della coscia non tocca il lettino e il ginocchio si mantiene in posizione saremo in presenza di ileo psoas corto e di retto del femore e tensore fascia lata con lunghezza ottimale.
Ulteriori interpretazioni possono essere fatte anche per valutare più nel dettaglio la lunghezza dei muscoli sartorio, tensore fascia lata e della bandeletta ileo-tibiale.
- Se il sartorio è corto la coscia andrà in abduzione (spostamento verso l’esterno), flessione e rotazione esterna con una concomitante flessione di ginocchio.
- Se il tensore fascia lata e la bandeletta ileo-tibiale sono corti, osserveremo l’anca in abduzione/rotazione interna con il ginocchio che andrà in estensione quando il fisioterapista cercherà di addurre passivamente l’anca. Vista l’inserzione anatomica di questo muscolo a livello del ginocchio (tubercolo del Gerdy), la tibia andrà in extrarotazione in caso di retrazione.
Il test di Thomas somministrato con precisione e consapevolezza può essere uno strumento utile anche al professionista del settore fitness per capire meglio alcune problematiche che possono insorgere durante l’allenamento sia per ciò che concerne alterazioni nell’esecuzione di esercizi famosi come lo Squat, sia per quello che riguarda l’insorgenza di dolore all’anca (conoscenze di questo tipo potranno anche favorire la collaborazione con figure professionali come medici e fisioterapista per la risoluzione in comune di queste problematiche). Per capire i segnali che il nostro corpo ci dà bisogna imparare la sua lingua: in questo scenario il test di Thomas può ricoprire un ruolo da protagonista per riconoscere le cause e combattere il dolore all’anca con maggiore efficacia.