Otturatore interno: anatomia, funzioni ed esercizi
L’otturatore interno, muscolo a forma di ventaglio, origina dalla superficie interna della membrana otturatoria e dall’osso adiacente che circonda il forame otturatorio. Gran parte dell’inserzione prossimale del muscolo si estende superiormente e poco posteriormente alla superficie interna dell’ischio, circa 2-3 cm sopra la spina ischiatica. Da questa vasta origine le fibre muscolari decorrono in maniera trasverso-laterale, convergendo in un tendine dopo essere uscite dal bacino attraverso il piccolo forame ischiatico.
La piccola incisura ischiatica, rivestita da cartilagine, funge da puleggia deviando il tendine del muscolo otturatore interno di circa 130 gradi nel suo decorso verso la superficie mediale del grande trocantere, dove si inserisce fondendosi con il tendine dei due muscoli gemelli superiore e inferiore.
Nella sua porzione intra-pelvica il muscolo otturatorio interno contribuisce a delimitare, insieme al muscolo elevatore dell’ano, la fossa ischio-rettale; nella parte extra-pelvica, dove decorre tra i muscoli gemelli, è coperto dal muscolo grande gluteo e, a sua volta, ricopre l’articolazione dell’anca. È situato sotto al piriforme e al gemello superiore, mentre sovrasta il gemello inferiore e il quadrato del femore.
A livello funzionale, come scopriremo tra poco, ha un ruolo nel regolare i movimenti dell’anca, ma soprattutto nella sua stabilizzazione. Andiamo ad analizzare in che modo.
ANATOMIA E FUNZIONI DEL MUSCOLO OTTURATORE INTERNO
Origine | Lato interno della membrana otturatoria, margine interno del foro otturatorio, superficie ossea situata tra il foro otturatorio e la grande incisura ischiatica |
Inserzione | Superficie mediale del grande trocantere, appena antero-superiormente alla fossa trocanterica |
Azione | Ruota esternamente, stabilizza ed abduce l’articolazione dell’anca quando questa è in posizione neutra o estesa. Abduce l’anca quando questa è flessa 90 gradi |
Otturatore interno: funzioni
Visto il suo decorso anatomico, l’otturatore interno fa parte del gruppo dei sei muscoli rotatori esterni brevi dell’anca, formato dai muscoli:
- Piriforme
- Otturatore interno
- Otturatore esterno
- Gemello superiore
- Gemello inferiore
- Quadrato del femore
Le linee di forza di questi muscoli sono orientate principalmente sul piano orizzontale. Questo orientamento è ottimale per generare un momento di torsione di rotazione esterna, poiché la maggior parte della componente di forza di ciascun muscolo ha un’intersezione perpendicolare con l’asse verticale di rotazione.
In modo simile al muscolo infraspinato e al piccolo rotondo nella spalla, i muscoli rotatori esterni brevi sono anche ben allineati per comprimere e quindi contribuire a stabilizzare l’articolazione coxo-femorale.
Queste caratteristiche portano a considerare questi sei muscoli come un gruppo funzionale unico, in grado di ruotare esternamente l’anca ma soprattutto di fornire stabilità a quest’ultima, grazie alla loro localizzazione ravvicinata all’asse di rotazione.
Vista la localizzazione delle sue fibre, l’otturatore interno è quindi un rotatore esterno ed un debole abduttore dell’anca quando questa è in posizione neutra o estesa, ed è in grado di stabilizzare la testa del femore nell’acetabolo. Quando l’anca si trova in pozione di flessione a 90 gradi, la componente di rotazione esterna data dall’otturatorio interno è minima, mentre diventa predominante quella abduttoria, che rimane tuttavia di rilevanza estremamente minore rispetto a grandi muscoli come grande e medio gluteo.
Con il femore saldamente fissato durante la posizione eretta, una forte contrazione del muscolo otturatore interno destro (ad esempio) può ruotare il bacino (e il tronco sovrapposto) controlateralmente verso sinistra rispetto alla testa del femore. Oltre a ruotare il bacino, la forza generata dal muscolo con le sue fibre quasi orizzontali comprime efficacemente la testa del femore nell’acetabolo.
In uno studio Hodges et al. hanno evidenziato che l’otturatore interno è solitamente il primo muscolo ad attivarsi durante uno sforzo isometrico crescente per abdurre e ruotare esternamente l’anca. Questa attivazione precoce può riflettere l’importante ruolo del muscolo nel generare stabilità sull’articolazione poco prima dell’attivazione di altri muscoli.
Esercizi per l’otturatore interno
L’otturatore interno, grazie alle sue azioni di extrarotazione e di stabilizzazione d’anca, è chiamato in causa in molti esercizi in palestra in cui sono coinvolti gli arti inferiori, che richiedono tali funzioni.
Agendo in maniera sinergica con il gruppo muscolare degli extrarotatori brevi, non esiste un esercizio in grado di attivare ed allenare selettivamente questo muscolo, che svolgerà la propria azione sempre insieme ai suoi “colleghi”. In base alle funzioni anatomiche che prima abbiamo analizzato, l’otturatore interno può essere rinforzato e allenato secondo due differenti modalità:
– come stabilizzatore dell’anca in esercizi multiarticolari come squat, affondi, stacco a gamba singola e step-up;
– come muscolo agonista assieme ai muscoli extrarotatori in esercizi monoarticolari come le abduzioni sul fianco, il clamshell, il fire hydrants, il macchinario abductor machine e la camminata laterale. Un buon metodo per stimolare l’attivazione di questi muscoli è utilizzare una banda elastica attorno alle ginocchia durante l’esecuzione degli esercizi.
Otturatore interno e pavimento pelvico: quale connessione?
Uno strato relativamente denso di tessuto connettivo ricopre e aderisce a una porzione della superficie intra-pelvica del muscolo otturatore interno, spesso descritto come “fascia del muscolo otturatore”. Questa fascia funge da inserzione al muscolo elevatore dell’ano, il principale muscolo del pavimento pelvico, che spesso con l’avanzare dell’età risulta indebolito e/o parzialmente fibrotizzato.
A causa di questa connessione anatomica diretta, alcuni trattamenti per la sindrome o disfunzione dolorosa del pavimento pelvico prevedono esercizi di rinforzo dell’otturatore interno.
Diversi studi hanno infatti evidenziato che il rinforzo di questo muscolo aumenta la forza generale del complesso muscolare del pavimento pelvico, grazie ai suoi stretti rapporti fasciali con questo distretto, integrandosi in maniera importante nel percorso riabilitativo di quest’ultimo.
Bibliografia
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