Riabilitazione del pavimento pelvico
Il tema riguardante le disfunzioni del pavimento pelvico è ancora un po’ un tabù, ma l’epidemiologia ci racconta che interessa fino al 50% delle donne in gravidanza, l’ 11% di quelle sopra gli 80 anni e che le disfunzioni sessuali ad esso correlate riguardano il 40% delle donne in età riproduttiva.
Se presenti dei sintomi pelvici o temi di avere una muscolatura pelvica in disequilibrio il primo passo è quello di fare una valutazione del pavimento pelvico. Sarà poi la figura di riferimento alla quale ti rivolgi che potrà consigliarti come è meglio agire, come fisioterapista o ginecologo.
In alcuni casi la riabilitazione del pavimento pelvico si traduce nell’esecuzione di una ginnastica mirata al ripristino dell’equilibrio muscolare. In altri casi invece è consigliabile intraprendere un vero e proprio percorso fisioterapico o medico-chirurgico.
Proviamo a vedere più nello specifico in cosa consiste la riabilitazione e soprattutto come è possibile limitare i sintomi e le problematiche annesse alla disfunzione pelvica.
Come si fa la riabilitazione del pavimento pelvico? Valutazione
Per riabilitazione si intende il ripristino della normale attività di un organo/articolazione/apparato. In questo caso si intende il ripristino della funzionalità e dell’equilibrio muscolare del pavimento pelvico.
Purtroppo i fasci muscoli che caratterizzano questa zona sono difficilmente in equilibrio e sono spesso caratterizzati da ipo o ipertono. Ovviamente, il disequilibrio porta a diversi sintomi che variano in relazione alla gravità della disfunzione, tra cui:
- incontinenza urinaria e fecale,
- prolassi degli organi pelvici,
- dolore,
- disfunzioni sessuali.
Esistono diversi approcci per far fronte alla disfunzione pelvica, ma il primo step è sicuramente quello di valutare lo stato di partenza della muscolatura.
Per farlo esistono diverse metodiche, test e approcci, come riassunto nella tabella sottostante.
TIPO DI VALUTAZIONE | IN COSA CONSISTE | COSA VALUTA |
---|---|---|
Analisi del movimento e della postura soggetto | – valutazione posturale
– analisi del cammino – verifica della mobilità lombare e del bacino |
Spesso un assetto corporeo errato genera stress a livello del pavimento pelvico
|
Palpazione digitale | Palpazione della muscolatura interna e del triangolo urogenitale | Valutare il tono muscolare (contratto o rilassato) e la capacità di contrazione volontaria |
Swab test | Inserimento di un cotton fioc nei genitali femminili con sollecitazione del pavimento pelvico | Vulvodinia e presenza di dolore |
Q-Tip test | Inserimento di un cotton fioc nell’uretra fino a toccare la vescica | Dolore |
Urodinamica | – valutazione della minzione con l’uroflessometro
– posizionamento di un catetere vescicale e di una sonda endorettale |
Verifica il funzionamento della minzione |
Cistoscopia | Analisi visuale di uretra e vescica attraverso l’inserimento di uno strumento flessibile e con diametro molto piccolo | Ispeziona uretra e vescica |
Manometria anorettale | Misurazione della pressione del canale anale a riposo e durante l’evacuazione | Valutazione della funzione neurologica di ano e retto |
Elettromiografia (EMG) | Si avvale dell’utilizzo di elettrodi | Misura l’attività degli sfinteri durante la contrazione e il rilassamento |
Defecografia | E’ un metodo in cui si usa un “contrasto” posto nel retto. E’ verificata la funzionalità di questa parte dell’ apparato durante l’evacuazione. | Verifica la presenza di prolassi |
Risonanza magnetica dinamica | Il paziente deve evacuare una gelatina inserita nella parte finale dell’apparato digerente | Simile alla defecografia |
Fisioterapia
Una volta stabilita la necessità di un intervento, sarà il medico a dare indicazioni su come comportarsi.
Un possibile approccio è quello fisioterapico, che prevede delle manipolazioni da parte del professionista.
Un esempio potrebbe essere il massaggio dei trigger point, il rilascio mio fasciale o la mobilizzazione articolare.
Elettrostimolazione
Questo approccio riabilitativo è chiamato FES (Stimolazione elettrica funzionale), e consiste nella stimolazione passiva della muscolatura del pavimento pelvico. Vengono poste delle sonde (vaginali o anali) che emettono degli impulsi elettrici con una intensità modulata dal soggetto e sotto il controllo diretto di chi fa la riabilitazione.
Questa tecnica è indolore e serve, oltre che a ridurre i sintomi delle disfunzioni pelviche, anche a far prendere coscienza della muscolatura.
Biofeedback
Come dice la parola, questa tecnica si avvale dell’utilizzo di un feedback. Questo sistema infatti rende cosciente il paziente dell’attività disfunzionale del suo pavimento pelvico.
Questo metodo utilizza degli elettrodi endocavitari che registrano l’attività muscolare che viene poi trasformata in uno stimolo uditivo o visivo. Tramite questo feedback il paziente si rende conto dell’intensità e della funzionalità della contrazione volontaria della muscolatura pelvica.
Esercizi
Gli esercizi per il pavimento pelvico risultano essere la prima arma da utilizzare per prevenire o limitare i danni causati dalla disfunzione del pavimento pelvico o dalla gravidanza.
Non sempre sono sufficienti per risolvere il problema, ma mantenere una buona tonicità della muscolatura pelvica è comunque la base per garantire la salute di questa zona del corpo.
Soprattutto se si è all’inizio, la percezione e l’uso isolato della muscolatura pelvica è molto complesso, ma con il tempo e l’allenamento quotidiano si arriva a una buona consapevolezza delle fasce muscolari e a un loro controllo.
In base al livello di propriocezione o alla condizione del soggetto, è consigliabile scegliere diverse posizioni di partenza. L’ideale sarebbe quello di partire supini, per poi esercitarsi in diverse posizioni (prona, sul fianco, seduta, in piedi) una volta che si è presa maggior confidenza con i movimenti.
Quando fare la riabilitazione del pavimento pelvico?
Come detto in precedenza, è chi valuta la salute del pavimento pelvico che consiglia come e quando procedere con la riabilitazione. In ogni caso, anche senza una valutazione medica, la prevenzione è spesso e volentieri un buon metodo per limitare o allontanare il rischio di ipo o ipertono muscolare.
Questo significa che se sei in gravidanza, se hai intenzione di avere un figlio o comunque se sei in menopausa è bene fare esercizi di rinforzo, mobilità e rilassamento del pavimento pelvico.
Nel caso in cui tu voglia avere un figlio in futuro, ricorda che l’approccio migliore è quello di arrivare a prima del concepimento con una buona base muscolare generale (braccia, gambe, core e pavimento pelvico).
Se invece stai già vivendo la dolce attesa, è bene continuare con costanza ad allenare il pavimento pelvico con posizioni adatte alla condizione (evitare di stare troppo tempo sdraiate o la posizione prona).
Nell’ ultimo caso invece, quello della menopausa, è bene continuare o iniziare a praticare esercizi di rinforzo del pavimento perché la muscolatura subisce un fisiologico deterioramento e indebolimento, a maggior ragione se nella tua vita hai avuto uno o più parti.
Anche se sei uomo è bene iniziare a praticare esercizi di rinforzo pelvico, soprattutto nel momento in cui aumentano i rischi di problemi alla prostata. Ricordo infatti che l’incontinenza urinaria maschile si verifica frequentemente nei pazienti che hanno subito la prostectomia.
Quante sedute fare?
Chiaramente non si può definire un protocollo standard uguale per tutti, ma per una riabilitazione pelvica completa sono consigliabili dalle 10 alle 12 sedute di 40/60 minuti.
Per quanto riguarda gli esercizi, quelli dovrebbero essere svolti quotidianamente ed entrare a far parte di una routine. Questo perché, come qualsiasi muscolo, anche quelli pelvici se non allenati perdono tono e funzionalità.
Chi si occupa della riabilitazione del pavimento pelvico? A chi rivolgersi?
La riabilitazione del pavimento pelvico può essere fatta da diverse figure professionali specializzate, come:
- fisioterapista,
- ostetrica,
- ginecologo,
- urologo.
Nel caso invece si tratti di prevenzione, anche un trainer esperto o un insegnante di pilates sono dei validi aiuti per aiutare il soggetto a prendere coscienza e rinforzare questa parte del corpo.
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